Possiede una straordinaria capacità di vedere “forme nascoste” senza realmente manipolare la materia, ma semplicemente rivelandone una diversa esistenza. Un’arte che si esprime al massimo nelle singolari opere realizzate con oggetti di uso quotidiano, riciclati e trasformati in creazioni fantastiche. Lui è Giuliano Cecone e con le sue opere sarà protagonista di “Tra mostri e cavalieri: la vita nascosta degli oggetti”, la nuova mostra ospitata dal museo Etnografico. L’esposizione, curata dal gruppo Costumi tradizionali bisiachi di Turriaco, sarà inaugurata sabato 18 aprile alle 11 a palazzo Giacomelli.
Dopo le tappe a Turriaco nel 2012, a Grado nel 2013 e al museo Etnografico di Malborghetto nel 2014 tocca ora a Udine ospitare questa mostra, basata su una forma di “ecoarte” che da un lato si pone come riflessione critica verso il consumismo della società moderna, dall’altro sottolinea il legame con i mestieri della tradizione, contrapponendo la globalizzazione del nuovo millennio al mondo rurale dal quale proveniamo.
Nel realizzare le sue opere Cecone raccoglie, accosta, combina tra loro oggetti banali e comuni, decontestualizzandoli e facendoli rivivere in una nuova dimensione. Ecco quindi che, in questa insolita mostra, protagonisti sono gli oggetti da recupero, come marmitte bucate o sellini da bicicletta, oppure cose comuni come posate e maniglie, ma anche attrezzi agricoli, come badili e rastrelli o le vecchie pompe a mano per acqua. Trasfigurati in cavalieri con l’armatura o in arcieri indigeni, in mostri marini o in draghi sputafuoco, questi medesimi oggetti hanno conservato intatta la propria origine, acquistando però una nuova “anima”. Tra Don Chisciotte e Sancio Panza, tra chimere e fenici, le creazioni di Cecone sono il prolungamento ideale della “vita” degli oggetti e rappresentano un’audace incursione nell’arte contemporanea con le sue espressioni innovative ed involontarie.
Queste opere sono anche l’approdo di un mondo concreto in una realtà fantastica, l’evoluzione dall’utile all’inutile, il passaggio tra funzionalità e creatività. L’artista si interroga sulla realtà dell’oggetto quotidiano, ne intuisce la potenzialità favolistica e la interpreta in una ricerca estetica non banale, accostando materiali, piegando lamiere, scolpendo il legno. Allo spettatore è lasciata la scelta di farsi coinvolgere e affascinare dal mondo fantastico in cui è proiettato o di riscoprire la memoria di quello che l’oggetto era stato.
La mostra resterà aperta dal 19 aprile al 2 giugno e si potrà visitare dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 17. A partire dal 29 aprile l’orario di apertura dell’esposizione verrà esteso fino alle 19. Per informazioni: museo Etnografico, via Grazzano 1 (tel. 0432 271 920).