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Decima tappa del viaggio nel mondo dell’educazione per affinare l’arte di educare con amore e fermezza

libro-brunelliIn questo appuntamento esploreremo l’abilità di dire di no, ossia come porre un limite in modo costruttivo e corretto, sostenendo il bambino a confrontarsi con ciò che non può fare o non può avere.

Il no nasce come limitazione per garantire la sicurezza, l’equilibrio e l’integrità fisica, emozionale e mentale  di colui a cui è rivolto.

Il no insegna, ferma ciò che è sbagliato e sostiene la crescita del bambino.
Il no è quindi buono, positivo e ha l’intento di proteggere.
Eppure storicamente il sì è desiderato, mentre il no è “cattivo” e non voluto.
Come mai?

Purtroppo l’errore che è stato fatto di generazione in generazione, è di aver abbinato al “no” lo stimolo doloroso: un’azione lesiva che ferisce. Di conseguenza il “no” è risultato spiacevole e pieno di sofferenza.

Nell’articolo dello scorso mese, abbiamo affrontato l’importanza del “come” vengono dati i sì e i no nella realtà educativa di un bambino e cosa questo produce nella formazione della sua giovane personalità.

L’abilità di dire un no corretto si compone di alcuni elementi fondamentali:

– definire il limite, chiarire esattamente che cosa si può e che cosa non si può;
– comunicare in modo chiaro il limite, in modo che il bambino possa riconoscerlo;
– spiegare la ragione del limite, perché non si può;
– sostenere il bambino nell’accettare il limite;
– garantire e sostenere il bambino a rispettare il limite;
– ringraziare per la collaborazione, apprezzare e riconoscere l’impegno.

Quando questi punti vengono maturati dall’educatore, conseguentemente, nel bambino si sviluppano le abilità di:

– creare le mappa di cosa si può e cosa non si può;
– comprendere il limite e perché non si può;
– accettare il limite;
– rispettare il limite;
– mantenere una buona relazione.

Le diverse abilità dell’educatore e del bambino crescono di pari passo e costruiscono la condizione ideale per educare stando bene insieme.

Molti sono gli errori nel porre un limite.

Dire un no scorretto produce confusione, dolore, chiusura nella relazione ed esaspera molto spesso il rapporto tra educatore e bambino.

Tutto questo si riflette sulla qualità della vita, che risulta impegnativa da sostenere e dolorosa.

Vediamo nel dettaglio gli errori più comuni:

– spaventare il bambino con la proibizione, usando un tono e un modo di porre il limite basato sulla paura;
– minacciare il bambino prospettandogli orribili conseguenze;
– porre un limite rigido e ferire fisicamente, con il tono della voce o con i significati;
– non spiegare il perché del limite;
– non insegnare l’accettazione del limite;
– limitare per debolezza o per pigrizia;
– non assumersi le difficoltà delle conseguenze del limite e dare la colpa al bambino;
– non offrire aiuto per rispettare il limite, lasciando il bambino da solo di fronte alla frustrazione;
– alternare il sì al no, quindi l’indecisione sul cosa si può fare e cosa non si può fare.

In questo aspetto del processo educativo diventa di grande importanza e veramente necessario, poter fare un lavoro di approfondimento e di miglioramento delle proprie abilità di educatore.

Solo attraverso un cambiamento di noi genitori ed educatori sarà possibile produrre e sperimentare un percorso educativo pienamente rispettoso del bambino.

Nel prossimo articolo concluderemo il tema del sì e del no, affrontando i diversi risvolti nel processo educativo e formativo del bambino.

Bibliografia:
Il sì e il no, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Educare con amore e fermezza, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
I fini nell’educazione, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Le abitudini di vita, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Insegnare le relazioni, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Il ciclo di apprendimento, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni

Dott.ssa Donatella De Marco, Psicologa
Dott.ssa Silvana Tiani Brunelli

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