Nei precedenti appuntamenti abbiamo esplorato e approfondito il tema del permettere e del porre un limite al bambino.
Attraverso gli argomenti trattati è emerso con chiarezza la necessità di avere una piena abilità nel processo educativo nel saper dire di sì e nel saper dire di no.
In alcune occasioni, un educatore si trova nella condizione di dover usare il “se”, ossia la necessità di determinate condizioni o requisiti, che se maturati conducono al permesso.
Questo è corretto, e può sfociare anche in un accordo equilibrato e costruttivo.
Ma il “se” non deve essere confuso con la modalità della manipolazione; ad esempio: “Se finisci la cena, vedrai i cartoni animati”, oppure “Se fai il bravo, ti compro un gioco”.
Operando in questo modo, il bambino seguirà la nostra richiesta solo per ottenere il suo guadagno e non scegliendo veramente di agire perché è giusto così. Inizialmente la manipolazione ha il suo effetto; ma a lungo andare per ottenere il comportamento desiderato, l’educatore deve aumentare la posta in gioco fino a costruire un circolo vizioso e molto pericoloso. Una volta, ascoltai un bambino dire alla madre che tentava di sostenerlo nei compiti: “E tu cosa mi dai, se faccio i compiti?”
È meglio evitare sin dall’inizio questa modalità educativa e chiedere di seguire le indicazioni in modo pulito e diretto.
Il modo in cui il sì e il no sono vissuti dal bambino incide sulla formazione della sua giovane personalità. Singole esperienze si sommano in sequenze e costruiscono modelli interiori e comportamentali.
Quando un bambino sperimenta i giusti sì, matura la percezione di poter ricevere dalla vita ed è più disponibile a sostenere i no che incontrerà. Quando una persona sente di aver ricevuto il giusto, è aperta e disposta a dare.
Viceversa, quando si ricevono molti o troppi no, si rimane chiusi, delusi, poco disposti a dare e spesso non si è in grado di sostenere gli inevitabili no della vita.
È facilmente intuibile come la somma dei no e dei sì ricevuti concorra alla formazione di una percezione soggettiva e generalizzata di sé e della vita che si rifletterà fedelmente nella propria realtà da adulto.
Il sì e il no non sono in conflitto, anzi operano in sinergia.
I permessi e i limiti non dovrebbero ledere l’espressione del sé, ma, oltre ad ottenere un comportamento appropriato, è importante che l’educatore operi per promuovere nel bambino una maturità interiore: saper fare e voler fare.
È di grande valore comprendere e saper trasmettere al bambino e al ragazzo, che non rispettare un limite non rende una persona più libera. Ampliare la consapevolezza e aumentare le abilità necessarie sono le azioni che fanno crescere in sé il senso di libertà.
Solo così i limiti potranno essere compresi e accettati, esaurendo nel bambino l’impulso a trasgredire.
Concludiamo qui questo tema, e vi invito ad approfondire l’argomento attraverso la lettura del libro “Il sì e il no” (Podresca Edizioni) per avere un panorama esaustivo e completo.
Nel prossimo articolo inizieremo una nuova lezione: “Le abitudini di vita”, come saper insegnare le tante attività quotidiane senza costringere e stando bene insieme.
Bibliografia:
Il sì e il no, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Educare con amore e fermezza, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
I fini nell’educazione, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Le abitudini di vita, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Insegnare le relazioni, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Il ciclo di apprendimento, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Dott.ssa Donatella De Marco, Psicologa
Dott.ssa Silvana Tiani Brunelli