Bastano 6 mesi per chiudere se la separazione è consensuale e un anno se è giudiziale. Con o senza figli. La Camera ha approvato la legge che riforma la Fortuna-Baslini, accorciando i tempi e lo ha fatto con un consenso che fa riflettere: 398 sì, contro 28 no e 6 astenuti. Tutti – o quasi – d’accordo sulla necessità di far sì che i coniugi che vogliono separarsi lo facciano rapidamente. «Avanti, è la #voltabuona», ha commentato soddisfatto il premier Matteo Renzi, con un tweet. La prima novità della legge è nella tempistica. Fino a oggi lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio non potevano essere chiesti da uno dei coniugi prima che fossero trascorsi tre anni di separazione. Un intervallo di tempo utile anche per eventuali ripensamenti. Non è un caso che i tempi brevi siano stati ostacolati da alcune parti politiche per il timore di scarsa tutela per i figli e di minaccia alla solidità della famiglia. «L’approvazione del divorzio breve – secondo la senatrice Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali – è un altro passo importante per rendere l’Italia più europea, più giusta e più moderna. Tempi lunghi significavano più conflittualità all’interno delle famiglie con ripercussioni sui minori». Quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o sottoscrive la separazione consensuale, si scioglie automaticamente la comunione dei beni. Prima, occorreva il passaggio in giudicato della sentenza di separazione. Non solo. Il divorzio breve sarà operativo anche per i procedimenti in corso. Un cambiamento storico. La battaglia per il divorzio, già negato a inizi ‘900 – malgrado il codice napoleonico ottocentesco lo riconoscesse per le unioni civili – è iniziata negli anni Sessanta. Un tempo lungo per decidere, ora, di chiudere in fretta.
(fonte: leggo.it)