La soluzione per sconfiggere la crisi? Darsi da fare. Ecco come diverse università, anche telematiche, hanno deciso di far fronte ad un periodo non proprio fiorente per l’economia nazionale, lanciando ogni mese nuove proposte. L’ultima iniziativa si chiama “Adotta una piantina”.
Questo costituisce di certo un modo per accrescere la sensibilità dei ragazzi alle tematiche ambientali e, perché no, dar loro qualche nuova idea sugli sbocchi futuri. Il campo delle energie rinnovabili in una società che deve, prima o poi, far i conti con la natura è uno dei territori ancora parzialmente inesplorati che sicuramente offre interessanti opportunità di lavoro.
A questo proposito l’UniCusano, per fare un esempio, è partita dal suo campus universitario con sede a Roma, completamente immerso nel verde come i migliori college americani, ha cominciato una complessa opera di sensibilizzazione nei confronti della natura. Oltre al piacere estetico che si può ricavare dal passare il proprio tempo in un vero e proprio parco naturale, cerca di educare gli studenti stessi ad uno stile di vita più sostenibile.
Ecco infatti che nella mensa per gli studenti, tutti i prodotti vegetali messi a disposizione provengono dall’orto dell’Ateneo. Una concreta svolta rispetto al passato che ripercorre la filosofia del cibo a “chilometro zero”, atta a ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera causate dal trasporto di prodotti alimentari su gomma.
Questo tipo di iniziative, però, restano solo cose teoriche e non siamo noi, con i nostri bambini, a prova a dare del proprio meglio cercando di infondere nei rapporti che ci legano ai nostri figli i principi, le certezze e le speranze con cui siamo cresciuti noi o che abbiamo maturato nel corso degli anni.
Per quanto con i figli si possa avere un rapporto continuo e duraturo che ovviamente investe diverse ore, tutti i giorni della settimana e per molti anni, non sempre i valori e i messaggi che trasmettiamo attecchiscono nella loro testa. Non c’è nulla di strano e non ci si deve colpevolizzare se questo avviene; è un fenomeno legato al fatto che a loro volta, anche i nostri figli, sono menti pensanti e consapevoli che hanno tutto il diritto di sviluppare i loro principi tanto personali quanto imprescindibili.
Tra i principi che i genitori più moderni cercano di trasmettere ai loro figli ci sono quelli legati ai concetti dell’ecosostenibilità e, più in generale, del rispetto dei delicati equilibri che regolano il nostro Pianeta. Questo intento può e deve partire dalle azioni della vita di tutti i giorni, per esempio svolgendo delle attività assieme al bambino stesso, per fare in modo che ogni cosa sia percepita come naturale e abitudinaria. Un esempio lo è fare la raccolta differenziata assieme o, meglio, mentre si sbrigano le faccende di casa, portare l’attenzione del bambino al fatto che esistono contenitori diversi in base al materiale da gettare, e quindi non può essere gettato tutto quanto dentro lo stesso contenitore. Il bambino stesso poi si potrà fare delle domande sul perché si faccia questa differenziata.
Questa particolare sensibilità è stata sviluppata dai genitori di oggi in quanto sono stati (e sono) i primi a toccare con mano gli effetti dell’inquinamento sul clima e in generale sulla qualità della vita. Questa attenzione nei confronti dell’ambiente deve partire da noi, dalle singole persone perché in ambito di acquisti, commercio o comportamenti che non dipendono da noi, la palla passa alle singole aziende o comunque soggetti diversi da noi, ma questa è un’altra cosa che merita di essere trattata a parte.
In che modo si può essere genitori attenti all’ambiente al giorno d’oggi? Sono tante le scelte piccole e grandi che ci possono condurre lungo il percorso della sensibilità ecologica ma anche alla decrescita sostenibile, come suggerisce da molto tempo Serge Latouche. Pensiamo ad esempio alla raccolta differenziata che abbiamo accennato poco sopra, agli acquisti a km 0, all’utilizzo di mezzi ecologici come le bici o le auto elettriche al posto di quelle più inquinanti.
C’è un’area tanto nuova quanto inattesa in cui possiamo mettere a punto la nostra sensibilità sostenibile, che è quella dell’abbigliamento. Esistono ad esempio diverse fibre moderne che nascono per l’abbigliamento ma hanno un’anima ecologica: pensiamo, solo per citarne alcune all’econyl o al bioni yarn. È molto probabile che questi due nomi al grande pubblico dicano poco, ed invece in futuro potrebbero diventare un standard de facto del settore moda, visto che si tratta di materiali ottenuti a patire dal riciclo di materiali come nylon, pellame e plastica. Altro capitolo riguarda l’orange fibre, ovvero una fibra ottenuta a partire dalla buccia degli agrumi ideata da due ragazze italiane, in grado di rilasciare vitamina C al nostro corpo quando viene indossati.
Quelli visti sin qui sono solo alcuni esempi di cosa e quanto si può fare sui materiali dell’abbigliamento.
Ecco quindi a grandi linee alcuni esempi dai quali possiamo trarre ispirazione, la questione “ecologica” può essere uno sbocco lavorativo per molti genitori, ad esempio, e deve essere anche una cosa consolidata e normale all’interno della vita di tutti i giorni del nostro bambino.
a cura di Monica F.