Un aiuto nel momento del bisogno. La Regione avvia la nuova stagione del welfare con la novità del contributo a preventivo. Lo fa nel settore sensibile dei servizi per l’infanzia prevedendo una quota – aggiuntiva ai 4 milioni per il 2014-15 – di ulteriori 4 milioni per poter venire incontro alle famiglie in coincidenza con l’iscrizione di un figlio all’asilo nido all’inizio dell’anno educativo 2015-16.
La rivoluzione
La crisi impone risposte concrete pur con meno risorse a disposizione, ha spiegato la giunta presentando la manovra 2015. La tenuta delle entrate consente di ribadire il sostegno al sistema socio-sanitario e di mettere in atto un’operazione mirata ad agevolare le famiglie non a consuntivo, ma a preventivo. Una rivoluzione costruita su basi semplici: finanziare il provvedimento taglia-rette non un anno dopo il servizio, come accaduto finora, ma in corso d’opera. «Valuteremo se prevedere l’assegno complessivo a favore dei beneficiari nel contesto dell’iscrizione o se invece erogare loro una quota mese per mese», spiega Maria Sandra Telesca.
Valore aggiunto
Dettagli da definire «con la formula più corretta» attraverso un regolamento, ma la misura entrerà sicuramente in Finanziaria. Anzi, ha rilevato assieme all’assessore competente anche la presidente Debora Serracchiani, «ne sarà un valore aggiunto». «Ci siamo accorti che molto spesso il fatto di non riuscire ad anticipare rette di una certa consistenza ha tagliato fuori proprio i più bisognosi», fa sapere ancora Telesca. «Dal prossimo anno – prosegue – contiamo appunto di recuperare una fascia di popolazione che si vedrà riconosciuto il sostegno pubblico nel preciso momento del bisogno».
Le regole
In attesa di novità regolamentari, le domande continuano a dover essere presentate al servizio sociale dei Comuni dal primo settembre al 30 novembre con riferimento all’anno scolastico precedente (mancano quindi pochi giorni per partecipare al riparto sul 2013-14) da parte di uno dei genitori nel cui nucleo familiare (il tetto massimo di Isee è di 35mila euro) è presente il minore iscritto al servizio per l’infanzia per il quale sono stati sostenuti i costi oggetto della richiesta di contributo, fermo restando che almeno uno dei genitori deve essere residente o lavorare in Fvg da almeno un anno. Nel 2013-14 la giunta aveva stabilito l’abbattimento della spesa per il 50% per i nuclei familiari con Isee fino a 20mila euro e del 30% per quelli tra i 20.001 e i 35mila. L’importo massimo ottenibile è di 1.800 euro per bambino.
Le due leggi
Le norme di riferimento del provvedimento, un servizio che la Regione inserisce alla voce “prima infanzia” comprendendo anche i centri bambini-genitori, gli spazi gioco, i servizi educativi domiciliari e i servizi sperimentali, sono due. Si tratta della legge regionale 20 del 2005, “Sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia”, che all’articolo 15 istituisce un Fondo a favore delle famiglie sia per i nidi che per i servizi integrativi, e della 22 del 2010 (la Finanziaria 2011), che all’articolo 8 dispone erogazioni, riguardanti invece solo i nidi, a favore degli enti gestori, pubblici e privati.
Gli stanziamenti
Stando alle cifre comunicate dall’Area politiche sociali e integrazione sociosanitaria, la Regione ha stanziato 5 milioni di euro nel 2011, altrettanti nel 2012, 4,4 milioni nel 2013 e 4 milioni nel 2014 di contributo diretto alle famiglie e 8,33 milioni nel 2011-12, 7,17 milioni nel 2012-13 e 7,18 milioni nel 2013-14 alle strutture. In Finanziaria 2014-15 sulla legge 20 è previsto il raddoppio della posta, mentre per la 22, anticipa Telesca, la cifra sarà la stessa della manovra 2014, con il consueto aggiustamento finale in assestamento di bilancio, «dato che per gli enti non si pone il problema dell’urgenza».