Sempre più spesso capita di sentire che amici e conoscenti devono assistere un genitore o un nonno che ha riportato una frattura in seguito ad una caduta. Chi non si è trovato ad ascoltare il racconto delle difficoltà legate all’evento, al ricovero in ospedale e delle preoccupazioni che affliggono le persone in vista della dimissione? Come farò quando tornerà a casa? Con chi starà, chi vedrà di lui o di lei? Come farò con il lavoro? Tornerà autonomo come prima?
Queste sono le domande che molti di noi si farebbero trovandosi per la prima volta in questa situazione.
Le cadute sono molto frequenti per gli anziani. Non sempre la caduta produce una frattura. Tuttavia rappresenta un evento significativo che va tenuto in attenta considerazione sopratutto se si ripete più volte nell’arco di 3 mesi o 1 anno.
Chi cade difficilmente racconta l’evento, lo minimizza, lo banalizza. La caduta mette la persona di fronte ad un grande cambiamento in atto: la possibile perdita dell’autonomia. Per ogni famiglia un nonno in forma e autonomo rappresenta una grande risorsa e la perdita di autonomia crea molte difficoltà nella gestione pratica di tutti i giorni. È importante conoscere i fattori che influiscono sul rischio di caduta:
Fattori intrinseci | Fattori estrinseci |
Età superiore ai 65 anni | Rischi domestici (tappeti, scale, servizi igenici senza maniglioni, uso di ciabatte o scarpe troppo grandi, scarsa illuminazione, ausili per la deambulazione non adeguati) |
Precedenti cadute | |
Deficit dell’equilibrio | |
Deficit propriocettivi e della vista | |
Debolezza muscolare | Isolamento sociale |
Osteoporosi | |
Farmaci | |
Alterazioni della mobilità (cammino instabile) | |
Incontinenza (soprattutto da urgenza) |
Saper descrivere come è avvenuta la caduta o farsi raccontare come è successo è il primo passo per riconoscere quale fattore è maggiormente coinvolto.
I fattori estrinseci sono facilmente modificabili:
– eliminare i tappeti dai bagni e da ogni zona della casa, o appoggiarli sopra delle retine antiscivolo;
– utilizzare calzature chiuse sul tallone (scarpe morbide o sandali);
– fornire le scale di mancorrente, salire e scendere con cautela o accompagnati;
– fornire di maniglioni la zona del WC e bidet, preferire la doccia alla vasca con presenza di tappeto antiscivolo, nel primo caso, o di sedia girevole per vasca nel secondo caso;
– accendere sempre la luce di notte ed in particolare se si affrontano scale e quando si va al bagno;
– se il cammino è difficoltoso è opportuno valutare con un professionista esperto l’uso di un ausilio per la deambulazione, da utilizzare come da istruzioni (evitare di appoggiarsi ai mobili o dove capita).
I fattori intrinseci non sempre sono conosciuti dal diretto interessato e dalla sua famiglia. Riconoscerli diventa importante per prevenire ulteriori cadute e per mantenere il più a lungo possibile l’autonomia.
L’isolamento sociale rappresenta un capitolo a sè. Esso può essere anche inteso come l’avere una scarsa rete di relazioni al di fuori del contesto familiare.
La caduta può rappresentare un momento drammatico all’interno della vita familiare, ma può anche essere vissuto come il naturale passaggio tra le diverse età della vita. Il ruolo della famiglia è fondamentale. Ascoltare, riconoscere e accettare le difficoltà del proprio familiare, lo aiuterà a sentirsi meno solo nell’affrontare ciò che gli accade. La famiglia è uno stimolo determinante quando si ricercano insieme all’interessato delle soluzioni alternative che permettano a tutti di ridurre l’impatto negativo dell’evento.
A cura di
Dott.ssa Elisa Marcuz, Fisioterapista
Associazione Culturale Amigdala
E’ presente presso l’Associazione Amigdala a Udine lo
Sportello di ascolto gratuito per familiari in difficoltà
Per info 333 6327746