Questo articolo si propone di proseguire la panoramica riguardante la separazione della coppia genitoriale e la difficile gestione dei figli in un momento così delicato per la famiglia.
Quando la coppia in crisi arriva alla consapevolezza che la relazione è giunta al termine e la rottura appare inevitabile, si configura la fase della concreta e reale separazione dei coniugi, che coincide nella maggioranza dei casi con l’uscita di casa di uno dei genitori.
La frattura della coppia comporta la ridefinizione del sistema familiare fin a quel momento vigente, la cui fine rappresenta un lutto per tutti i membri della famiglia. L’elaborazione della perdita necessita di tempo e l’accettazione di una nuova condizione familiare, come per la fase precedente, comporta nei figli sentimenti ed emozioni di dolore e di smarrimento.
Anche in questo momento della separazione, è importante mantenere il dialogo aperto con i bambini su ciò che sta avvenendo, permettendo loro l’espressione di sentimenti “negativi” come la paura dell’abbandono, la rabbia, la tristezza e la preoccupazione per il futuro della famiglia. Purtroppo infatti il dolore della separazione è reale ed intenso e non è possibile risparmiarlo loro. D’altra parte si può fare in modo di non appesantirli di ulteriore sofferenza, evitando di coinvolgerli nei contrasti interni alla coppia e trattenendosi dall’urlare e litigare di fronte ad essi. I bambini hanno invece bisogno di essere ascoltati e rassicurati sulla solidità del loro rapporto con i genitori, soprattutto con colui che esce di casa, solitamente il padre. Anche il genitore che “rimane” ha il compito di rasserenare i figli che, nonostante il coniuge non viva più insieme a loro, rimarrà una presenza costante nella loro vita. Mettere da parte eventuali tensioni e parlare dell’altro genitore in termini positivi, fa in modo che i figli percepiscano che sono nati come il frutto di un gesto d’amore e che, benchè la coppia coniugale non stia più insieme, conservi la funzione genitoriale.
Nella concretezza della vita quotidiana è importante inoltre mantenere le loro abitudini inalterate il più possibile, in modo che avvertano la continuità con la vita precedente e un senso di sicurezza e stabilità. Nonostante ciò, i bambini potrebbero mettere in atto dei tentativi inconsci di riunire i genitori creando delle dinamiche che richiedano una particolare attenzione, come andare male a scuola, mettere in atto comportamenti “aggressivi” o diversi dal solito. In questi casi occorre rispondere a tali richieste con una presenza ferma ed amorevole, che comunichi loro affetto, calore ed accoglienza. Si può quindi passare più tempo insieme, giocare, guardare la TV abbracciati e dare vita ad attività e momenti piacevoli. Ciò non significa viziare i figli e abbandonare qualsiasi regola educativa ma creare un clima sereno e premuroso, che tenga conto del difficile periodo che stanno attraversando.
dott.ssa. Cecilia Fraccaro
Associazione di promozione sociale “L’Ora del Sè”
www.loradelse.it
Bibliografia utile:
Iori Vanna “Separazioni e nuove famiglie” Raffaello Cortina Ed.
Ucipem (a cura di) “Consultorio familiare: il legami difficili nella famiglia” Franco Angeli Ed.
L’Abate Luciano “Le risorse della famiglia. Prospettive di prevenzione primaria” Il Mulino Ed.