L’ambliopia, comunemente detta “occhio pigro”, è un termine che deriva dal greco amblyós, ottuso, e –opia, dalla radice ops, visione; letteralmente “visione ottusa”.
COS’È?
L’ambliopia è una situazione che si verifica quando la funzione visiva è inferiore alla norma in uno o (raramente) in entrambi gli occhi. L’ambliopia è un mancato sviluppo della funzione visiva dell’occhio a causa di un’interazione anomala tra i due occhi, deprivazione visiva o entrambi i fattori.
QUANDO SI PUÒ SVILUPPARE?
L’ambliopia si può instaurare solo durante l’infanzia, per varie cause. L’età in cui i bambini sono più sensibili all’ambliopia coincide coi primi 2 o 3 anni di vita, e tale sensibilità scema gradualmente sino ai 7 anni d’età; forme più lievi possono inoltre verificarsi anche dopo, fino ai 10-12 ani. L’ambliopia provoca una visione ridotta rispetto alla norma, in modo più o meno grave. Se non è diagnosticata in tempo e trattata entro un’età utile, l’ambliopia rimane incorreggibile per tutta la vita.
DA COSA È CAUSATA?
Le cause di ambliopia sono diverse, le più comuni sono tre:
- Ambliopia da strabismo
Si instaura quando è presente uno strabismo, ossia quando un occhio è storto rispetto all’altro. Il cervello tende a inibire il segnale visivo che proviene dall’occhio deviato. In questo caso l’ambliopia si sviluppa solo in un occhio, quello “storto”, che avrà una vista meno acuta dell’altro. - Ambliopia da anisometropia
Si instaura quando vi è una differenza di difetto refrattivo tra i due occhi (ad esempio: un occhio è normale e l’altro è molto astigmatico). Il cervello tende a inibire il segnale visivo che proviene dall’occhio che vede “peggio”. Anche in questo caso l’ambliopia si sviluppa solo in un occhio. - Ambliopia da deprivazione visiva
Si instaura quando è presente un ostacolo che impedisce la corretta formazione dell’immagine retinica su uno o entrambi gli occhi. Alcune cause sono: cataratta congenita, leucomi corneali, opacità vitreali e ptosi palpebrale. In questo caso l’ambliopia si sviluppa in uno o in entrambi gli occhi colpiti da questo ostacolo.
COME SI DIAGNOSTICA?
Nella pratica clinica, il modo più comune per diagnosticare l’ambliopia è il test dell’acuità visiva (consiste nel far leggere lettere o simboli su un tabellone posto alla giusta distanza); si parla di ambliopia quando, nonostante si indossino gli occhiali con la migliore correzione, si presenta una differenza di almeno 2/10 di acuità visiva tra un occhio e l’altro.
COME SI TRATTA?
Il trattamento dell’ambliopia deve avvenire il prima possibile. È fondamentale comprendere l’importanza della prevenzione: è buona regola fare una visita ortottica e oculistica prima dei tre e dei sei anni d’età, anche qualora non vi sia alcun sospetto. Solo in questo modo è possibile evidenziare quelle cause che sono responsabili dello sviluppo dell’ambliopia, e correggendole a monte, evitare che si instauri. Qualora si rilevi l’esistenza di ambliopia, questa verrà trattata il più precocemente possibile, nel periodo plastico della visione, ossia nel momento in cui la stessa può essere risolta, in parte o completamente.
L’efficacia nel trattamento dell’ambliopia dipende da due fattori: l’età in cui si è instaurata e il momento in cui viene diagnosticata e quindi trattata. Più precoce è l’età a cui si instaura, più è possibile che l’ambliopia sia grave. Più è precoce la diagnosi e tempestivo è il trattamento, più probabilità vi sono di correggerla completamente.
Il trattamento consiste nell’individuare la causa dell’ambliopia ed impostare la corretta terapia: correggere anzitutto l’errore refrattivo con occhiali (in alcuni casi anche con lenti a contatto) e in secondo luogo, riabilitare la funzione dell’occhio ambliope. La più efficace e diffusa terapia antiambliopica rimane l’occlusione a pelle dell’occhio “sano” (l’occhio che ci vede bene, quello senza l’ambliopia) con apposite bende acquistabili in farmacia. La benda andrà portata durante i momenti di impegno visivo (quando il bambino è a scuola, gioca o fa i compiti) per una quantità di tempo definita dall’oculista e rivista nelle successive visite in base ai progressi visivi. Normalmente l’occlusione è interrotta nel momento in cui l’ambliopia viene risolta completamente, o, negli altri casi (quando non è possibile raggiungere una visione completamente normale) verso i 10-12 anni.
L’obbiettivo della terapia è quello di assicurare la migliore vista possibile in ciascuno dei due occhi. In ogni specifico caso è possibile raggiungere un diverso grado di miglioramento della visione dell’occhio ambliope: in alcuni casi la visione è recuperata ad un livello normale, in altri è possibile ottenere solo un sensibile miglioramento della visione. Il risultato della terapia dipende soprattutto dalla collaborazione della famiglia del bambino a proseguire con tenacia la terapia occlusiva. I genitori del bimbo dovranno cercare di seguire fedelmente la terapia, bendando l’occhio sano per il numero di ore effettivamente prescritte, ricordando sempre che la terapia non può essere procrastinata: più passa il tempo e minori sono le possibilità di miglioramento dell’occhio ambliope.
IL SUGGERIMENTO IN PIÙ
Un semplice gioco da fare nel 1° anno di vita per svelare precocemente l’esistenza di ambliopia: si chiama “prova del rifiuto” o “prova del riflesso di ribellione”.
1. Presentiamo al bambino con gli occhi scoperti una figura
2. Copriamo bene l’occhio destro e vediamo la reazione dell’occhio sinistro
3. Copriamo bene l’occhio sinistro e vediamo la reazione dell’occhio destro
La reazione normale all’occlusione di uno dei due occhi (step 2. e 3.) è di indifferenza e significa che il bambino vede in modo simile con entrambi gli occhi. Se invece, all’occlusione di uno dei due occhi, il bimbo si ribella, la risposta fa pensare alla possibile presenza di qualche problema; può significare che il bambino vede meno con un occhio rispetto all’altro. In questo caso è consigliabile una valutazione ortottica e oculistica.
a cura della dott.ssa Stefania Mattioz
Ortottista assistente di oftalmologia
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