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Mercoledì 27 maggio, Piccoli esercizi di resistenza civile al Cinemazero di Pordenone

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Educazione-affettiva_posterNel segno di una scuola di qualità quotidianamente mandata avanti dai molti bravi insegnanti che popolano il sistema italiano, Cinemazero presenta come appuntamento conclusivo dei Piccoli esercizi di resistenza civile mercoledì 27 maggio alle 20.45 a Cinemazero il documentario “Educazione affettiva”, presentato da Clemente Bicocchi, regista che insieme a Federico Bondi ha raccolto la vita e i pensieri di una 5° elementare di Firenze. Un’occasione che conferma l’impegno di Cinemazero nel mondo della didattica, testimoniato dai numerosi laboratori che negli anni ha attivato nelle scuole di diverso ordine e grado nella Provincia e nel supporto che anche recentemente sta dando nell’affiancamento agli insegnanti nella compilazione dei bandi del Piano regionale per il potenziamento dell’offerta formativa (POF e Progetti speciali). Un legame che unisce scuola e la didattica di Cinemazero da sempre, in uno stretto rapporto di dialogo che porta da anni alla creazione di progetti ad hoc, funzionali sia ad arricchire gli obiettivi formativi che a stimolare uno sguardo aggiornato sulla realtà, come accade in questo documentario nato dall’invito che due maestri hanno fatto ai registi. “L’idea ci è venuta dal fatto che ogni giorno ci capitava di assistere a cose bellissime lavorando con i bambini, imparando da loro. È anche un modo per rendere un po’ di giustizia al mondo della scuola, di cui si parla tanto ma sempre attraverso le voci degli adulti. Qui i bambini si riprendono la parola”, spiega Matteo Bianchini, uno dei due maestri nel film, che aggiunge: “Non si è capito che bisogna investire prima di tutto su risorse umane e formazione. E non basta solo la parte economica, ci dev’essere anche un giusto orientamento. A volte questo è un mestiere fatto come ultima scelta. La qualità si sta molto abbassando, non si comprende che avere una buona scuola è una responsabilità sociale collettiva”.

Così gli autori ci portano tra i banchi, negli ultimi giorni di scuola di questa quinta elementare: il distacco è imminente, tutta la classe si domanda cosa succederà dopo le tante emozioni di un passaggio inevitabile, pieno di gioie, paure e sofferenze, che proietta i bambini verso un mondo nuovo popolato di esperienze sconosciute. Un passaggio rituale che conosciamo tutti e che diventa occasione per far esprimere coloro che la scuola la fanno: insegnanti e bambini, gli unici che in questo momento in cui si parla tanto di scuola nessuno ascolta.

“Educazione affettiva” dà voce a chi la scuola la anima, la vive, la costruisce e forse talvolta la subisce: i bambini, attori principali di questo microcosmo, e i maestri, figure di riferimento nel loro cammino di crescita. Questa è la scuola, ovunque. Il resto sono sovrastrutture, orpelli, che troppo spesso sono gli unici argomenti trattati dall’opinione pubblica. Il film restituisce la scuola ai bambini, mettendo la telecamera alla loro altezza, scrutando sguardi, gesti, movimenti, sogni, desideri di una classe di una piccola scuola. Senza nessuna mediazione, giudizio o metariflessioni da adulti.

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