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Mostra “Gorizia magica. Libri e giocattoli per ragazzi 1900-1945” fino al 10 dicembre

Si esce dall’esposizione che non c’è alcuna traccia di tristezza e malinconia, come spesso accade quando viene sfiorato un passato ancora presente. E, piaccia o meno, quella in corso alla Fondazione Carigo è una mostra che un nostro passato, lontano ma non lontanissimo, lo guarda eccome. E, per il tramite del nostro passato, vuole farci ritrovare un po’ della nostra identità.

Affermare, infatti, che “Gorizia magica” è una mostra di libri e giocattoli per ragazzi pare assai riduttivo. Anche se “Libri e giocattoli per ragazzi 1900-1945” è proprio il titolo della mostra in questione. Al centro dell’esposizione troviamo così belle edizioni di opere tra gli altri, di Verne, Salgari, Collodi, De Amicis e Yambo oltre, ad esempio, al primo e al secondo “Libro di Susanna” di Colette Rosselli, la “Donna Letizia” che è stata moglie di Indro Montanelli. Nè mancano i giochi della prima metà del secolo scorso: il mosaico, la tessitrice, il piccolo tipografo e il piccolo calcolatore: infatti, son sì esposti giochi ma pur sempre con spiccate finalità didattiche. E, curata da Simone Volpato della Libreria antiquaria Drogheria 28 di Trieste e da Marco Menato, direttore della Biblioteca Statale Isontina, la mostra prevede sezioni dove i bimbi possono anche divertirsi un po’, magari giocando come i loro nonni o bisnonni.

Proprio così: per una volta si è pensato anche ai più piccoli, di modo da appassionarli con un tuffo nel passato. Ovviamente, però, non si tratta di una mostra riservata ai bambini. Che avrebbero difficoltà a comprendere appieno la storia degli alfabetieri del negozio di Ida Sello. Il quale, sito a Udine, in via Portanuova, era stato aperto, dopo un viaggio in Germania della sua titolare, per rifornire di materiali didattici asili, scuole elementari, giardini d’infanzia e case dei bambini. Tra l’altro, la Sello, che seguiva i metodi Montessori e Froebel, si riforniva di libri non solo in Germania, Austria, Francia, Cecoslovacchia, ma guardava anche a Trieste e Gorizia.

Ma in mostra troviamo pure esposte varie fatture con le quali Ida Sello richiede volumi alla Editoriale Libraria. Già, l’Editoriale Libraria di Trieste: rappresenta una stagione di alto livello per quanto riguarda l’editoria triestina del tempo che fu. L’azienda acquisiva le illustrazioni tedesche e traduceva i testi in italiano. E abbiamo così libri e album illustrati da Cambellotti Rubino, Angoletta, Riccobaldi, fino a Bruno Munari. Del quale troviamo anche un ricordo personale: «Nel 1945, mio figlio aveva 5 anni e io volevo comprargli qualche libro. Ma non trovavo niente che, secondo me, fosse giusto per un bambino di 5 anni. Perché – qui si può fare una parentesi – gli editori stampano libri per bambini pensando che non sono i bambini a comprarli, ma gli adulti. E gli adulti comprano pensando a quando erano bambini. E allora io ho provato a ideare questi libri con delle storie molto semplici».

Con tutta probabilità, Munari è riuscito nel suo intento. E con tutta probabilità non gli si può dar torto nella critica a chi si rivolge ai bimbi con il lingua. ggio degli adulti. Da questo punto di vista, la mostra della Fondazione Carigo ha prestato molta attenzione. Merito anche del gruppo di lavoro formato da Antonella Gallarotti, Giulio Valentini, Elena Vidoz, Martina Franco, Cristina Visintini e Davide Bevilacqua. Ma hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa anche la Ludoteca del Comune di Gorizia nonchè la biblioteca Feigel, sempre di Gorizia.

Tornando ai contenuti dell’esposizione, abbiamo poi rappresentata, applicata a sognanti fiabe slovene, la grafica di Cernigoj e Bambic. Senza per questo trascurare “Il giornalino della domenica”, e le collane “La bibliotechina de la Lampada” (Mondadori) e i “Librini del cucù” (Salani). E un occhio di riguardo c’è, naturalmente, anche per Gorizia con le fiabe di Carlo Michelstaedter e di Carolina Luzzatto Coen ma anche con la presenza del locale Circolo Artistico (ideato da Sofronio Pocarini e Antonio Morassi), fucina di futurismo, che si trovava a dover, per così dire, navigare tra varie lingue e stili, in primis della Wiener Werkstätte, abbattendo qualsiasi confine. E la presenza di più lingue nel territorio ben si può comprendere visitando l’esposizione che palesa quindi il clima multiculturale del territorio. Il quale, però, resta sempre e comunque al centro dell’esposizione.

E va poi ricordato che proprio all’interno del Circolo Artistico di Gorizia esisteva una biblioteca tecnica, per così dire, dove l’elemento illustrativo aveva un’importanza notevolissima: perché, in una mostra dedicata a libri e giocattoli, l’impatto visivo non può non essere di primaria importanza. Come troviamo anche raccontato il mondo dei libri tedeschi a Gorizia, dedicati all’infanzia. Il tutto a catturare l’interesse del bibliofilo e del collezionista ma anche dell’adulto e del bambino che, appunto, può scoprire, conoscere i giochi dei suoi nonni o bisnonni, ma anche, a sua volta, divertirsi grazie a una “stanza dei giochi” allestita ad hoc.

Corredata da un bel catalogo, “Gorizia magica. Libri e giocattoli per ragazzi 1900-1945” sarà aperta fino al 10 dicembre, con ingresso libero: il mercoledì dalle 16 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 19. Tra l’altro, da domani, alle 17, e poi ogni sabato, domenica e nei giorni festivi, sempre alla medesima ora, ci saranno le visite guidate alla mostra.

(fonte: il Piccolo)

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