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Ripensare il nido d’infanzia: uno spazio per i bambini. A Pordenone, il 19 settembre

nido pordenone 300x224 Ripensare il nido dinfanzia: uno spazio per i bambini. A Pordenone, il 19 settembreItaca a Pordenonelegge. Incontro con Laura Fornasier, Emiliana Moro e Ferruccio Cremaschi, Modera Fabio Della Pietra

GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE ORE 18:00

Pordenone, Palazzo della Provincia
Una nuova visione dello spazio del nido d’infanzia, diventa l’occasione per suggerire e sollecitare altre riflessioni sull’agire e sui ruoli di bambino, educatore, genitore. Ne parlano l’autrice, Laura Fornasier, pedagogista e counsellor, socio lavoratore della Cooperativa Itaca che si occupa di formazione e supervisione pedagogica nei servizi alla prima infanzia, organizza percorsi di sostegno alla genitorialità e interventi formativi per le scuole, insieme a Emiliana Moro, responsabile dei Nidi dell’Ambito pordenonese e al Prof. Ferruccio Cremaschi, editor di Edizioni Junior, direttore delle riviste “Bambini” e “Bambini in Europa” e componente del Consiglio Direttivo del Gruppo Nazionale Nidi d’Infanzia.

In collaborazione con Cooperativa sociale Itaca

Ferruccio Cremaschi, editor di Edizioni Junior – Gruppo Spaggiari, direttore delle Riviste Bambini e Bambini in Europa e componente del Consiglio Direttivo del Gruppo Nazionale Nidi d’Infanzia.

Laura Fornasier, pedagogista e counsellor, socio lavoratore della Cooperativa Itaca che si occupa di formazione e supervisione pedagogica nei servizi alla prima infanzia, organizza percorsi di sostegno alla genitorialità e interventi formativi per le scuole. Per edizioni la Rondine ha pubblicato Perché fai così? Comprendere i comportamenti provocatori del proprio figlio per crescere insieme (2010).

Emiliana Moro, responsabile dei Servizi Prima infanzia per il Comune di Pordenone, componente del Comitato pedagogico regionale del Friuli Venezia Giulia, ha attraversato, dall’ONMI (Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell’Infanzia) ai giorni nostri, la storia dei servizi per l’infanzia presenti sul territorio provinciale osservando e vivendo la loro evoluzione.

“ABITARE IL NIDO D’INFANZIA COME OPEN SPACE”

La scheda

Un libro che non aspira ad essere né a diventare un “manuale” per l’equipe educativa da applicare passivamente e senza alcuna riflessione. “Abitare il nido d’infanzia come Open Space”, pubblicato a febbraio 2013 dalle Edizioni Junior, casa editrice che cura diverse riviste tra cui “Bambini” e che ha come campo di interesse e di intervento l’infanzia e le politiche dedicate ai servizi educativi, è invece un testo che mira, piuttosto, a favorire un confronto aperto e costruttivo con gli altri interlocutori che si occupano di servizi alla prima infanzia.

L’autrice del libro, Laura Fornasier, fa parte della Cooperativa sociale Itaca, dove svolge attività di supervisione e formazione delle equipes educative dei servizi alla prima infanzia. Il testo è il risultato di un lavoro coscienzioso e minuzioso di ricerca-azione che si è sviluppato nel corso di questi ultimi anni e che ha permesso di coniugare i bisogni pedagogici e sociali dei bambini con le caratteristiche delle nuove strutture che si vanno costruendo oggi in Italia, portando un’innovazione nella modalità di lavoro da parte delle educatrici.

“Proponiamo il superamento della “logica di sezione” a favore di una “logica di sistema” – spiega Fornasier -, caratterizzata da un ripensamento e da una riorganizzazione dell’ambiente nido e del modo di operare al suo interno, al fine di favorire momenti di incontro e processi più ampi di interscambio tra adulti e bambini, volti a promuovere la pro-attività, educare alla scelta e favorire una socialità serena e aperta nei confronti del prossimo”.

“Abitare il nido d’infanzia come Open Space” vuole essere un’occasione per condividere un’esperienza che ha portato a maturare nuove prassi operative, un libro insomma “che può servire da spunto a tutte le educatrici che si apprestano ad operare in un “Open Space”. Allo stesso tempo offre la testimonianza di come sia possibile trasferire la nuova operatività anche nelle strutture tradizionali, costruite con stanze al loro interno e organizzate per sezioni”.

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