Il fenomeno dell’immigrazione femminile, nello specifico di donne provenienti in prevalenza dai paesi dell’Est che giungono in Italia per trovare un’occupazione come assistenti familiari, è ormai noto all’opinione pubblica. Ma quanto conosciamo di queste donne che lasciano la loro terra, la loro famiglia e la loro casa con la speranza di migliorare le proprie condizioni di vita attraverso il lavoro di cura e assistenza a persone non autosufficienti? Quanto siamo disposti a farci coinvolgere in un processo di reciproca conoscenza, sforzandoci di guardare alle badanti oltre al loro ruolo legato alla cura e all’assistenza, per scoprire gli aspetti etnico-culturali dei quali sono portatrici?
Un’opportunità per trovare risposte a queste domande è quella di visitare la mostra fotografica di Roberta Valerio “Onora il padre e la madre. Badanti” che sarà inaugurata venerdì 17 luglio 2015 alle ore 18.30 presso la sala consiliare di Tarvisio e sarà visitabile, presso i locali del Municipio, fino a sabato 29 agosto nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì (ore 10-13), martedì e giovedì (ore 10-13 e ore 15-17) e il sabato (ore 10-12), con ingresso gratuito.
Ideata e prodotta dall’associazione culturale “vicino/lontano” (Fuorirotta 2008), la mostra è proposta dal Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito distrettuale 3.1 “Gemonese, Canal del Ferro, Val Canale” (Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 3 “Alto Friuli – Collinare – Medio Friuli”) grazie a un finanziamento regionale nell’ambito del progetto “Assistenti familiari straniere e comunità locale” (Piano Immigrazione 2014).
La mostra è nata dalla volontà di riconoscere e comprendere la condizione esistenziale e psicologica delle badanti e di rappresentarne per immagini il processo di “trasferimento” di emozioni, sentimenti, affetti dal loro paese e dalla loro famiglia di origine – in cambio di un reddito che può migliorarne il tenore di vita – verso un mondo e un modello culturale i cui codici sono tutti da comprendere. L’esperienza di queste donne si trasforma a volte nell’approdo a una condizione di solitudine e straniamento, che a sua volta si rispecchia nella solitudine dell’anziano, anello debole delle società occidentali. Il reportage di Roberta Valerio non intende analizzare da un punto di vista sociale o statistico un fenomeno complesso e in continua crescita, ma lo evoca, con pudore e rispetto, attraverso l’esperienza di quattro donne dell’Est. Le immagini mostrano come in questo scambio di sofferenze, permeato di intimità tra due persone di mondi diversi, talvolta si stabilisca un vero e proprio dialogo interculturale e si attivino nuove forme di solidarietà e relazioni interpersonali che vanno al di là del rapporto di lavoro.
Il Servizio sociale propone per la seconda volta le immagini fotografiche sulle badanti (nel 2011 la mostra venne ospitata dal Comune di Gemona del Friuli), riconoscendo nel loro messaggio gli stessi valori ed intenti che sostengono il progetto “Assistenti familiari straniere e comunità locale”. Accanto ad obiettivi di qualificazione del lavoro di cura e assistenza, il progetto mira sostenere le badanti affinché la presenza di emozioni quali il senso di solitudine e la nostalgia, così ben testimoniate dagli scatti fotografici della Valerio, vengano sempre più colmate da stati d’animo positivi, grazie a relazioni arricchenti all’interno della comunità locale, veicolate da opportunità aggregative e socio-culturali nelle quali le badanti possano raccontarsi, esprimere le loro specificità, confrontarsi ed approfondire la reciproca conoscenza, alimentando il dialogo interculturale e favorendo l’inclusione e l’integrazione sociale.