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Tredicesima tappa del viaggio nel mondo dell’educazione per affinare l’arte di educare con amore e fermezza

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educare3In questo articolo approfondiremo ulteriormente il tema delle abitudini di vita: studieremo nel dettaglio l’abilità di accettare un bisogno del bambino da parte dell’educatore, e come può imparare un bambino ad accettare il disagio che emerge da un bisogno che non può essere appagato: un punto molto importante per costruire un sereno equilibrio tra educatore e bambino.

L’abilità di accettare è centrale nella qualità dell’educazione. Accettare vuol dire essere disponibili ad interagire con la realtà così come si presenta, senza forzarla e senza resisterla, accettarla! Attenzione: accettare non vuol dire subire la realtà, ma saperci stare di fronte con apertura e serenità.

Quando il bambino non vuole, è arrabbiato o presenta un suo bisogno, l’abilità dell’educatore di accettare la situazione per come si presenta, è il fulcro per l’esattezza dell’indicazione educativa e per la qualità della relazione che intercorre tra loro.

Mentre io educatore accetto pienamente il bambino con le sue manifestazioni, gli insegno direttamente ad accettare le mie indicazioni, anche se contrarie al suo desiderio.

L’abilità di accettare si insegna in modo diretto, ovvero facendolo noi per primi: io ti accetto per come sei e ti chiedo di tentare di accettare la mia indicazione. Non possiamo forzare un bambino ad accettare ciò che gli insegniamo, altrimenti torniamo all’educazione con stimolo e con costrizione. Noi gli lasciamo la libertà di scelta, ma lo invitiamo ad accettare la situazione in cui ci troviamo, anche se dolorosa o poco piacevole.

Tanto io educatore sarò in grado di accettare il mio bambino con le sue difficoltà e i suoi bisogni, tanto sto insegnando a lui ad accettare me e le mie indicazioni. Tanto io resisto o forzo la situazione, tanto incontrerò un comportamento contrario nel bambino (se io forzo lui resisterà, se io resisto lui forzerà). Da quest’ottica, diventa fondamentale l’abilità dell’educatore di interagire correttamente con la realtà che si presenta. Di conseguenza anche il bambino saprà e potrà interagire correttamente con noi.

Quando si accettano le cose così come sono, diventa possibile “lavorarci”, ovvero potersene occupare; ad esempio comprendere pienamente la necessità del bambino, trovare un accordo, scegliere la risposta giusta da dare al bambino, capire le priorità o fare un progetto per appagare il bisogno.

Dando, invece, la vittoria alla resistenza (non voglio che sia così) o alla forzatura (vorrei sia diverso), mi precludo la possibilità di interagire correttamente con la situazione, allontanandola da me e rifiutandola.

Questo vale allo stesso modo sia per il bambino che per l’adulto. Ovviamente il mio esempio insegnerà direttamente al bambino come affrontare la situazione. Nuovamente, diventa sempre più chiaro che sono io educatore a migliorare, a cambiare, a diventare più abile nel processo educativo. Il mio cambiamento si tradurrà in esempio per il bambino che assimilerà senza sforzo.

Nel prossimo appuntamento studieremo i passi per sostenere il bambino di fronte al disagio che emerge dall’impossibilità di soddisfare un bisogno: come affrontare la frustrazione.

Bibliografia:
Le abitudini di vita, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Educare con amore e fermezza, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
I fini nell’educazione, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Il sì e il no, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Il ciclo di apprendimento, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Insegnare le relazioni, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni
Esprimere e conoscere se stessi, Silvana Tiani Brunelli, Podresca Edizioni

Dott.ssa Donatella De Marco, Psicologa
Dott.ssa Silvana Tiani Brunell

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