Essere sterili è un dolore infinito che nessuno può misurare tuttavia, in un mondo in cui parrebbe possibile diventare genitori in qualsiasi modo ed a qualsiasi età, sarebbe corretto interrogarsi su cosa vuol dire diventare genitori “ad ogni costo”.
Donne che si sottopongono a cicli ormonali massacranti, congelamento degli ovuli, maternità tardive di sessantenni, affitto dell’utero.
C’è da chiedersi quanto tutto ciò, che appare quasi un accanimento nei confronti del corpo della donna, sia realmente desiderio di maternità o necessità di conformarsi a quegli standard sociali che ci vogliono superdonne in carriera, mogli sexy e madri premurose; obiettivi ambiziosi se messi tutti assieme e che spesso consigliano a noi donne di rinviare la gravidanza ad un’età in cui già abbiamo investito molto della nostra energia.
Dal 9 aprile in Italia ogni coppia sterile che lo desideri potrà accedere alla fecondazione eterologa come stabilito dalla Corte Costituzionale con una sentenza che parla di “uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, accesso alle cure e diritto a formarsi una famiglia”.
Nel 2012 sono state 73.570 le coppie trattate con la fecondazione assistita mentre 1.972 si sono recate all’estero più volte per tentare una fecondazione di tipo eterologo.
La caduta del divieto di fecondazione eterologa è sicuramente da considerarsi un passo in avanti rispetto alla libertà di scelta personale e interviene a contrapporsi a quel fenomeno denominato “turismo procreativo” che ha visto migliaia di coppie italiane impegnate in viaggi della speranza nella Repubblica Ceca, piuttosto che in Svizzera o addirittura in India.
Sono molte le riflessioni suscitate da questo quadro.
Viene da chiedersi come mai, se “tutti i cittadini hanno uguale diritto a formarsi una famiglia”, quelli che decidono di farlo attraverso l’adozione internazionale debbano sostenere costi improponibili; perché chi vuole diventare genitore attraverso l’adozione nazionale o l’affido debba essere lasciato solo a se stesso imprigionato in un sistema giuridico nebuloso ed incerto.
Viene infine da chiedersi se non sia il caso di accettare una volta per tutte che fare un figlio ad “ogni costo” risponda a pretese di una società che ci ha abituati a volere tutto e volerlo quando vogliamo noi.
Dovremmo forse fare un passo indietro, ricordaci che abbiamo dei limiti imposti dalla natura che forse sarebbe il caso di accettare, diventando più consapevoli di quelle che sono le ricchezze e le risorse che sono proprie di una donna matura e del suo corpo che cambia.
a cura di Cristina Pavan