Un’attenzione particolare ai bambini disabili e alle loro famiglie
Stiamo vivendo momenti intensi e difficili a causa dell’ emergenza sanitaria da Coronavirus, che ha imposto di assumere opportune e necessarie misure sanitarie per contenere la diffusione del contagio di Covid-19. Le conseguenze sono di notevole impatto su tutti, ma in particolar modo sulle persone più deboli, fra cui i bambini disabili e le loro famiglie che in ogni momento della giornata si devono prendere cura di loro.
La sospensione dell’attività didattica e riabilitativa ha prodotto una condizione di importante disagio poiché ha inciso sia sul processo di apprendimento relativo alla sfera dell’autonomia e della relazione, che sul processo riabilitativo delle funzioni colpite dalla disabilità. Inoltre molti genitori si sono ritrovati a gestire, senza alcun supporto, il carico assistenziale quotidiano dei propri figli che necessitano di cure e attenzioni costanti in spazi non sempre idonei. Infatti la frequenza scolastica e dei centri di riabilitazione rappresenta una risorsa fondamentale per le famiglie in cui è presente un bambino con disabilità, che ora è venuta meno.
Sarebbe auspicabile che l’equipe sanitaria predisponesse dei piani riabilitativi effettuabili a domicilio attraverso modalità di videocomunicazione. Ma siamo ancora lontani da poter veder attuabile una soluzione di questo tipo in tempi brevi, non essendo tutte le strutture riabilitative predisposte per fornire un supporto in tal senso. La notizia incoraggiante è che i professionisti che quotidianamente si occupano dei loro pazienti si stanno dando da fare per attuare una serie di soluzioni che possa avvicinarli ai bambini e alle loro famiglie.
Sul sito www.disabilità.governo.it si possono trovare informazioni aggiornate sugli aiuti e sulle possibili risorse.
Ad esempio c’è scritto : “Durante la sospensione del servizio scolastico e per tutta la sua durata, gli enti locali possono fornire, tenuto conto del personale disponibile, l’assistenza agli alunni con disabilità mediante erogazione di prestazioni individuali domiciliari. Queste prestazioni sono finalizzate al sostegno nella fruizione delle attività didattiche a distanza.”
Non si sa ancora quanti Enti locali siano in grado di assegnare educatori alle famiglie, ma è importante sapere che c’è questa possibilità e invitare le famiglie a rivolgersi agli Enti per chiedere informazioni.
Relativamente alla sospensione dell’attività didattica è necessario che ogni Direzione Didattica si impegni, come previsto dall’art. 9, c. 1 del D.L. 9 marzo 2020, n. 14 ad:
“Attivare la didattica a distanza avendo cura di fornire eventuali ausili didattici informatici per coloro hanno difficoltà relative alla mobilità personale, la sottotitolazione delle lezioni e/o presenza dell’assistente alla comunicazione. La complessità della didattica a distanza per le persone con disabilità intellettiva relazionale dovrebbe essere coadiuvata con la presenza dell’insegnante di sostegno e/o assistente specialistico. In caso non si ritenga adeguato il sistema della lezione a distanza, l’insegnante curriculare concorderà il programma da far svolgere al domicilio della persona con disabilità con l’insegnante di sostegno e/o dall’assistente specialistico e le misure di aiuto da parte dell’OEPA, garantendo la continuità didattica avviata possibilmente con le figure già impiegate. Dette figure non dovranno operare contemporaneamente, ma coordinarsi nelle attività di competenza”.
Inoltre, nella nota del 17 marzo 2020 si dice: “Come indicazione di massima, si ritiene di dover suggerire ai docenti di sostegno di mantenere l’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e gli altri docenti curricolari o, ove non sia possibile, con la famiglia dell’alunno stesso, mettendo a punto materiale personalizzato da far fruire con modalità specifiche di didattica a distanza concordate con la famiglia medesima, nonché di monitorare, attraverso feedback periodici, lo stato di realizzazione del PEI.”
Quindi per sostenere il disagio attuale si può, come in un cammino difficoltoso, concentrarsi su piccoli passi, importanti, ma semplici da fare ad esempio:
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Se ancora non avete avuto un contatto da parte dell’insegnante di sostegno e/o dell’educatore fatelo voi, per esprimere la vostra preoccupazione e difficoltà o anche per essere ascoltati. Chiedetegli dei suggerimenti e delle attività da poter proporre ai vostri bambini. Il potersi parlare e salutare è già un piccolo aiuto.
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La stessa cosa può essere fatta con la struttura riabilitativa che ha in carico il bambino: contattate il neuropsichiatra, la psicologa o la terapista che fanno parte dell’equipe sanitaria che segue il bambino. Sicuramente la struttura vi fornirà dei contatti (un indirizzo mail, un numero di telefono…)
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Se avete dei mezzi multimediali permettete al bambino di mettersi in contatto con i propri amici o le persone affettivamente importanti per lui. Mantenere le relazioni e gli affetti sono di gran aiuto per affrontare la solitudine e la paura condivisa.
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Mantenete le routine e le abitudini acquisite (sveglia, colazione, pranzo “momenti di studio e/o compiti ” bagno…) fornendo una agenda visiva quotidiana preparata insieme
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Predisponete un angolo morbido ( si può mettere un materasso per terra e circondarlo con molti cuscini e/o tappetini e/o coperte) per permettere al bambino di fare dei giochi di contatto, sensoriali e di movimento.
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Create insieme dei giochi semplici da costruire per associare e riconoscere come lottini, memory o incastri (sul web se ne trovano tantissimi e si costruiscono con pochi materiali recuperabili in casa come carta, colla, tappi, immagini ritagliate…)
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Definite all’interno della giornata un momento speciale per la lettura, che verrà riproposto ogni giorno, in cui leggere delle storie o fiabe illustrate che siano vicine al sentire del bambino per aiutarlo a riconoscere le proprie emozioni e bisogni.
A cura di Valentina Bossi psicologa psicoterapeuta; equipe Oblò
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