Nel suo ultimo libro, Una bambina senza stella, Silvia Vegetti Finzi spiega come e perché i bambini vadano cresciuti nella consapevolezza e nella libertà.
Lei è Silvia Vegetti Finzi, psicologa di fama, docente, scrittrice e giornalista (per inciso una Giulia). L’ultimo suo libro, “Una bambina senza stella” (Oscar Mondadori), affonda le radici nell’autobiografia – di sé bambina poco accudita e con una vita non facile in tempi fascisti con un babbo ebreo – e rimonta dal particolare all’universale spiegando come e perché i bambini vadano cresciuti nella consapevolezza e nella libertà. Come dice Silvia con parole sacrosante: “Il dolore infantile non cade mai in prescrizione”. Te lo porti dietro tutta la vita. Dunque attenti genitori, sia al disamore che all’amore malinteso, quello in cui i genitori si sostituiscono ai desideri del figlio negandogli il gioco, l’esperienza, la creatività: “Un’educazione ansiosa e iperprotettiva rischia di soffocare”.
Il libro, in fondo, è un messaggio di ottimismo: i nostri bambini ce la possono fare, se permetteremo loro di crescere senza soffocarne la fantasia dentro un abbraccio troppo stretto. Con la consapevolezza che «anche l’infanzia più felice affronta esperienze di solitudine, di incomprensione, di dolore».
Perchè leggerlo? Perchè ricordarci di essere stati dei bambini può aiutarci a capire meglio i bisogni dei nostri figli.
L’autrice sarà ospite di Pordenonelegge Mercoledì 16 Settembre 2015 ore 16:30