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Uno sguardo sull’obesità infantile: un danno per la salute e un costo sociale-sanitario elevatissimo

obesitaL’aumento della prevalenza e della gravità dell’obesità infantile negli ultimi tre decenni ha presentato un andamento costante, nonostante la crescente attenzione che la comunità scientifica e la società nel suo complesso ha dedicato al problema. L’eccessiva adiposità è diventata il problema di salute principale nei paesi occidentali e, con diverse gradazioni, nei paesi in via di sviluppo. Il costo sociale e sanitario dell’obesità e del sovrappeso è elevatissimo.

Negli Stati Uniti, nella fascia di età compresa tra i 6 e i 18 anni, la prevalenza del sovrappeso (obesità inclusa) è salita dal 15,4% del periodo 1971-1974 al 25,6% del periodo 1988-1994. Nell’Unione Europea, i dati più allarmanti sono a carico delle regioni meridionali, Italia, Spagna e Grecia in particolare. Dati relativi alla fascia di età 7- 10 anni mostrano una prevalenza di sovrappeso e obesità del 33% nel nostro paese, confrontabili con quelli della Spagna (34%), della Grecia (31%) e molto diversi da quelli di Inghilterra (20%), Francia (19%) e Germania (16%). Dati confermati dall’osservatorio Okkio alla Salute, promosso dal Ministero della Salute e dal Ministero della Pubblica istruzione, che nel corso del 2012 ha realizzato un’indagine su oltre 46.000 bambini di 8-9 anni su tutto il territorio nazionale. I risultati mostrano che il 10,6% dei bambini è obeso, mentre il 22,2% è in sovrappeso, con un picco nelle regioni meridionali (27,2% di sovrappeso e 21,5% di obesità in Campania, come punta massima). Questi dati mostrano un miglioramento rispetto alle rilevazioni precedenti, tuttavia alcune regioni virtuose, tra cui il Friuli Venezia Giulia, tendono a peggiorare. In regione, nel 2012, abbiamo avuto il 27% di bambini sovrappeso e obesi, contro il 25% del 2008.

Considerando che il dato relativo all’obesità negli adulti in Italia risulta meno preoccupante o comunque simile a quello di altri paesi (9,1% contro il 22% dell’Inghilterra e il 13% della Spagna), l’emergenza obesità nel nostro paese risulta particolarmente rilevante a carico dei più giovani. Il dato è allarmante poiché si stima che circa il 50% dei bambini obesi mantenga tale condizione anche da adulti con tutte le note conseguenze per la loro futura salute.

Accanto al costo in salute, risulta rilevante il costo economico dell’obesità. Nella Carta di Istanbul, l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che i costi diretti dell’obesità rappresentano, nella regione europea, dal 2 al 4% della spesa totale per la salute. A questa va aggiunta la spesa per la componente indiretta (es. riduzione nella produttività del lavoro, diminuzione dei redditi familiari, ecc.). In base a queste considerazioni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità giunge in questo documento ad affermare che “l’obesità è una minaccia per la salute, l’economia e lo sviluppo”.

Di fronte alle dimensioni rilevanti del problema, a tutt’oggi non vi è un’indicazione chiara relativa ai possibili trattamenti. Siamo in presenza di una pluralità di esperienze, alcune delle quali con buoni risultati, specie nella fascia preadolescenziale, ma ci sono pochi studi le cui conclusioni permettano di delineare trattamenti efficaci.

Possiamo immaginare che questa difficoltà sia attribuibile alla condizione complessa che sottende il problema obesità, in cui fattori diversi a vari livelli (individuale, familiare, sociale) si intrecciano e rendono il problema difficilmente affrontabile attraverso interventi diretti ad aspetti settoriali. Ci sono tante condizioni di rischio, ognuna delle quali contribuisce, anche se in piccola parte, al problema obesità. La combinazione dei fattori di rischio nel nostro ambiente di vita fa si che l’aumento di peso rappresenti una tendenza per default per la specie umana.

Sono quindi molte le cose da fare per intervenire sull’obesità. Pur limitandoci alla condizione infantile, dove molto della vita del bambino dipende dalle decisioni dei genitori, dobbiamo considerare la psiche del bambino, le relazioni familiari e lo stile di vita della famiglia, l’attività fisica, le abitudini alimentari e più generale il contesto sociale in cui il bambino è inserito. Talvolta le stesse cure per il sovrappeso nascondono insidie importanti. Tutti argomenti che necessitano ulteriori approfondimenti. È rilevante tuttavia che il genitore, nel momento in cui decide di affrontare un problema di peso del figlio, agisca con la dovuta cautela e si consulti con specialisti esperti della materia. Nulla è più sconsigliabile di interventi improvvisati e poco meditati.

a cura del dott. Gian Luigi Luxardi

 

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