La Pitina è un prodotto tipico della Val Tramontina.
Nella sua storia scopriamo le caratteristiche che si conservano ancor oggi e sommate alla garanzia dell’uso di carni di qualità controllate lo rendono un prodotto unico e straordinario.
Sembra che già nella prima metà del 1800 fosse in uso fra le genti che abitavano le borgate di Inglagna e Frasaneit, località site nel Comune di Tramonti di Sopra.
Molto simile nei componenti alla Peta di Andreis e alla Petuccia di Claut, originalmente era composta esclusivamente da carni ovine o caprine o da selvaggina ungulata d’alta montagna (camoscio o capriolo).
La forma di polpetta è dovuta al fatto che in zone montane non c’erano possibilità di reperire budella per insaccare la carne e quindi conservarla, per cui si era sfruttato questo espediente per sopperire questa carenza.
La preparazione non richiedeva particolari attrezzature quindi era possibile prepararle ovunque anche in malghe lontane da centri abitati.
Questo succedeva normalmente senza un preciso programma, per cui una capra che si spezzava una zampa, un malessere da parto o l’abbattimento di un camoscio, erano l’occasionale condizione per l’immediata preparazione delle Pitine.
Il sale, il pepe e la farina da polenta in malga non mancavano mai, quindi una volta macellato l’animale e disossato, la carne veniva tagliata a pezzettini il più piccoli possibile, quindi insaporita con sale, pepe ed erbe aromatiche raccolte sul posto (Arsinc’), si formavano delle polpette con le mani, quindi si passavano nella farina da polenta e si appoggiavano sotto la cappa del camino del focolare ad affumicare e li rimanevano per alcuni giorni.
Anticamente nelle famiglie della nostra valle prima che arrivasse l’energia elettrica, il segreto della conservazione era che dopo la prima asciugatura vicino al fuoco la Pitina veniva mantenuta nel “camarin” un ambiente fresco e abbastanza ventilato per una ulteriore essicatura, il tempo faceva il resto.
Il continuo processo di stagionatura garantiva la conservazione.Quando si presentava il momento di gustarla, prima bisognava spazzolare le muffe che si erano formate sulla superficie, poi la Pitina veniva lavata con acqua e aceto, e solo dopo averla asciugata con un canovaccio si tagliava a fettine sottili per essere mangiata, accompagnata da un buon bicchiere di vino, oppure si cucinava nel “Brodo di Polenta”.Il sapore molto intenso di queste carni ha portato ai giorni nostri a delle aggiunte di lardo o di sottogola di maiale, per renderle morbide e più gradevoli al palato.
Come nella bassa é ancor oggi consuetudine nelle famiglie macellare il maiale, in Val Tramontina si usa preparare le Pitine, e solo pochi cacciatori rimasti le preparano con la carne di camoscio.
Festa dedicata al prodotto tipico della Val Tramontina: la pitina.
Per tutto il giorno sarà possibile visitare il mercatino con i prodotti tipici friulani di nicchia, ascoltare il gruppo folkloristico “Lis cusutis”, assistere alle esibizioni degli aerei di modellismo e, per i bambini, partecipare al laboratorio “La mia prima pitina”
08.00 Escursione guidata verso Frassaneit con le guide dell’Associazione Dolomiti Friulane, il luogo di origine della pitina.
08.30 Partenza della corsa podistica Borgades da rescuvierge. La corsa non è competitiva e si svolge lungo tre possibili percorsi da 6, 12 e 20 km.
E’ affrontabile da tutti, sportivi allenati e famiglie in cerca di una bella camminata.
11.00 Premiazione gara podistica con possibilità di fare la doccia in loco.
11.30 Apertura dei chioschi. Ai marciatori la pro loco di Tramonti di Sopra offrirà la pasta e l’acqua
18.30 Apertura dei chioschi presso l’area festeggiamenti e serata musicale con l’orchestra “Per scherzo”.
19.00 Premiazione del torneo di calcetto.
20.15 Premiazione dello sportivo dell’anno.
E la sera prima tanto per stare insieme…
FESTA DELLA MONTAGNA
sabato 25 luglio a Tramonti di Sopra
16.00 Torneo di ping pong.
18.30 Apertura dei chioschi.
20.00 Serata musicale con la band tributo ai Nomadi.