La grafologia è una scienza sperimentale che studia la scrittura come espressione della personalità umana. Chi scrive, attraverso i suoi gesti grafici lascia il segno del proprio carattere, della propria intelligenza, dei disagi vissuti e presenti, del proprio modo di esprimersi e di amare. L’analisi grafologica è piuttosto complessa e viene effettuata da professionisti esperti e formati che sanno rilevare i segni valutandone l’intensità e l’importanza per poter stilare un profilo di personalità. L’analisi può essere fatta anche a distanza di tempo e di luogo (verba volant scripta manent). La grafia cambia durante l’arco dell’esistenza ed è perciò importante, quando si effettua un’analisi conoscere il contesto storico in cui il soggetto è inserito. Noi cambiamo, la nostra scrittura cambia con noi poiché si porta dietro le nostre esperienze, le nostre difficoltà, delusioni, ma anche i nostri successi, le nostre gioie. Il grafologo non legge il futuro, ma riesce a individuare ciò che la persona esprime di sè in un determinato momento della vita. Il suo contributo è perciò importante soprattutto in alcune fasi di passaggio come l’adolescenza, in cui si vivono disagi inespressi che causano sofferenze all’interno di tutto il nucleo familiare. Esistono dei segni grafici peculiari dell’età adolescenziale che evidenziano diverse caratteristiche della personalità degli scriventi: il pensiero, il sentimento dell’Io, la maturazione affettiva, l’emotività, la capacità di relazione, il bagaglio energetico, la resistenza psico-fisica, eventuali stati d’ansia o dipendenze. Dall’analisi della grafia è possibile cogliere segnali di malessere interiore, di sfiducia, di pessimismo, di stress, che possono sfociare in comportamenti lesivi di sé o degli altri (devianze, bullismo, anoressia, dipendenze, ecc.). Per i genitori e gli insegnanti, riconoscere i principali segnali di disagio evidenziati dalla scrittura può rappresentare una carta in più da giocare nella relazione con l’adolescente. In questo brano trattiamo l’INTROVERSIONE e i meccanismi di difesa dell’IOL’introversione è la propensione del soggetto a vivere la realtà in modo interno, privilegiando il pensiero all’azione. L’introverso ha difficoltà ad uscire dal proprio guscio per andare verso il mondo, riflette prima di agire, è riservato, investe l’energia in sé stesso, ama più scrivere che parlare. Al contrario L’estroverso è una persona orientata verso il mondo esterno cui immette la sua energia. Non ha difficoltà ad entrare in contatto con il mondo, ha molte relazioni e predilige l’azione, l’attività ed il movimento al pensiero. Per la grafologia, l’introversione può essere individuata attraverso i seguenti segni:
- Piccola altezza (sotto 1,5 millimetri) del corpo delle lettere minori ( a, d, g ,o, q) escludendo gli allunghi ( le aste), ma considerando solamente il corpo centrale. Questa misurazione indica svalutazione di sé, difficoltà nella manifestazione dei propri bisogni, sottomissione, selettività affettiva, difficoltà nello stare al centro dell’attenzione.
- Inclinazione a sinistra degli assi letterali. Denota la tendenza ad allontanarsi dagli altri, chiusura come forma di tutela, sospettosità e difesa. Il soggetto può aver vissuto esperienze molto negative che hanno segnato la sua fiducia nel prossimo.
- Riccio del nascondimento si trova a fine parola soprattutto nelle a e nelle e, indica difesa protettiva, il soggetto non vuole manifestarsi perché ha paura di non essere accettato per i suoi meriti. Questo segno indica spesso un’esperienza di sofferenza.
- Sviluppo delle lettere centrali, è un segno che ritroviamo nella a,d,g,o,q e nelle lettere a festone come la m, la n, in cui vengono utilizzati più tratti del necessario. Il soggetto protegge il proprio Io perché si sente minacciato e facendo ciò non esce dal suo guscio, non sperimenta. Lo scrivente agisce con precauzione, è diffidente.
È bene che questi soggetti non vengano messi al centro dell’attenzione, non vengano mandati nella mischia poiché soffrono molto qualora si parli pubblicamente di loro e potrebbero chiudersi ancora di più in loro stessi.