Aumentano le detrazioni per i figli a carico: 950 euro per ogni bambino, che salgono a 1.220 euro per i bambini con meno di 3 anni. Per i portatori di handicap, questi importi vanno aumentati di 400 euro ciascuno. È bene ricordare, però, che queste cifre sono solo puramente indicative. Le detrazioni, infatti, variano a seconda del reddito del dichiarante: più è alto, più le detrazioni diminuiscono.
Nella tabella trovi degli esempi di detrazioni correlate al guadagno annuo. Abbiamo considerato un genitore che dichiara i figli a proprio carico al 100%. Se invece vuoi sapere come calcolare la cifra che ti spetta, trovi tutte le informazioni nella Guida al 730 di Altroconsumo.
Alcuni esempi di detrazioni rapportate al guadagno annuale
Reddito annuo | 20.000 euro | 40.000 euro | 60.000 euro | 100.000 euro |
---|---|---|---|---|
Un figlio | 118 | 87 | 55 | 0 |
Due figli, di cui uno con meno di tre anni | 385 | 299 | 214 | 43 |
Tre figli, di cui uno con meno di tre anni | 521 | 422 | 322 | 124 |
Regioni in deficit: le addizionali annullano gli sconti
Per le famiglie con figli residenti nelle otto regioni in deficit sanitario (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia e Sicilia), le cose cambiano un po’. In questi territori, infatti, le addizionali regionali, proprio a causa del deficit, possono arrivare fino al 2,33%, annullando così buona parte degli effetti positivi delle detrazioni fiscali per figli a carico. A quelle regionali vanno aggiunte le addizionali comunali, che riguardano tutta l’Italia e che possono arrivare fino all’1,1%. Facendo la somma, i contribuenti delle otto regioni con i conti della sanità in rosso potrebbero ritrovarsi a pagare quasi il 3,5% del proprio reddito agli enti territoriali.
Bisogna precisare comunque che le percentuali applicabili sono decise dalle amministrazioni locali, con conseguenti variazioni tra i diversi comuni e le diverse regioni. Inoltre, gli aumenti delle addizionali riguardano tutti i contribuenti, anche quelli senza figli a cui non spettano le detrazioni, ma che vedranno comunque aumentare le proprie imposte già nella prima busta paga o pensione dell’anno.
(fonte: Altroconsumo)