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La tecnica psicodrammatica: la funzione del teatro nella terapia con il bambino

teatro terapia 300x245 La tecnica psicodrammatica: la funzione del teatro nella terapia con il bambinoIl termine psicodramma deriva dai termini greci psiché (anima, soffio vitale) e dràma (azione, spettacolo, scenico). È stato ideato da J. L. Moreno come strumento per esplorare il mondo psichico e le relazioni attraverso l’azione e la rappresentazione scenica. Questo approccio viene oggi definito classico per differenziarsi da altre modalità che fanno riferimento a diversa impostazione teorica (psicodramma psicoanalitico, junghiano…).

Lo psicodramma prevede un singolo e un gruppo. Il protagonista, esplorerà alcuni aspetti della sua storia, attraverso la rappresentazione scenica, aiutato dai membri del gruppo, che rappresenteranno i ruoli delle persona a lui significative.

Se la situazione rappresentata non è del singolo, ma del gruppo (problematiche familiari, situazioni sociali) si parlerà allora di sociodramma e l’obiettivo della drammatizzazione sarà quello di mettere a fuoco e confrontare i vari ruoli significativi all’interno del gruppo, per un loro riconoscimento e una migliore integrazione.
Quando ci troviamo a lavorare nell’ambito dell’infanzia, non è possibile applicare automaticamente il metodo psicodrammatico classico; è pertanto necessario apportare alcune modiche e utilizzare il paradigma psicodrammatico in situazioni ludiche, nel gioco simbolico e nelle attività di espressione corporea atte a sperimentare l’aggressività, la fusionalità, le paure e le fantasie.

Per trasportare la tecnica psicodrammatica dall’età adulta a quella dell’infanzia è necessario tenere presente alcune considerazioni:

- non sempre con i bambini è possibile drammatizzare
- la gravità del quadro clinico non sempre consente di operare col setting psicodrammatico classico
- i bambini molto piccoli non hanno ancora sviluppato a pieno le strutture cognitive per utilizzare in modo proficuo le tecniche che implicano decentramento percettivo (inversione di ruolo) o introspezione (doppio)

Lavorando con i bambini è possibile osservare la dinamica spontaneità-creatività nel suo sviluppo; il bambino, a differenza dell’adulto, affronta le sfide e i ruoli attivando la sua spontaneità, più libero da condizionamenti sociali e ruoli rigidi e stereotipati.

L’adulto svolge la funzione di specchio per i bambini: può giocare vari ruoli, ma resta sempre un adulto che sa assumersi ruoli adulti (contenimento, normatività, sicurezza, autorità.) L’adulto, giocando con il bambino, diventa un oggetto intermediario mobile, che connette il piccolo all’adulto in una relazione positiva e profonda.

Parallelamente al gruppo dei bambini è opportuno costituire il gruppo dei genitori, per accompagnarli e sostenerli nel percorso di crescita e di relazione con i propri figli. Il gruppo diventa per i genitori luogo di scambio e di incontro per ridefinire il proprio ruolo, considerando dei bisogni propri e di quelli del bambino.

Dott.ssa Coccolo Alessandra
[email protected]

2 commenti

  1. buongiorno, noi portiamo avanti lo strumento teatro sperimentale (da noi definito interesshante), per sensibilizzare il pubblico attraverso spettacoli eperfromance su tematiche sociali. inoltre proponiamo laboratori teatrali dove perosne con disabilità intellettive vanno nelle scuole a co-condurre un gruppo di giovani verso l’ascolto di sè. ho sentito sintonia con voi.

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