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Esami in gravidanza: il contributo del Servizio Sanitario Nazionale

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gravidanza-guida-agli-esami-del-primo-trimestre_02a2428fed6e039a1eca25158aa0ffb4Il nostro Servizio Sanitario Nazionale contribuisce a tutelare la salute della donna in gravidanza e ovviamente del nascituro, assicurando sin dall’inizio e lungo i 9 mesi, indipendentemente dal reddito, controlli periodici in esenzione dal ticket per aiutare a monitorare l’evoluzione della gravidanza stessa.
Come  si sa, la gravidanza viene “datata” partendo dal primo giorno delle ultime mestruazioni, a partire dal quale si conteranno le settimane arrivando a 40, ovvero 9 mesi più 1 settimana, fino alla data presunta del parto.
Nel caso di una gravidanza fisiologica, cioè senza particolari problemi o rischi per il decorso della gravidanza stessa, entrando nello specifico, il SSN permette di eseguire gratuitamente entro la 13-settimana, o comunque al primo controllo, subito dopo la scoperta dello stato di gravidanza:
1. Un’ecografia ostetrica;
2. Prelievi ematici per valutare:
 – la presenza o l’ assenza degli anticorpi ad alcuni dei microrganismi che potrebbero nuocere alla formazione dell’embrione (HIV 1-2, treponema pallidum, rosolia, toxoplasma), garantendo per alcuni di essi, in caso di negatività dello stato anticorpale, e quindi di recettività all’infezione, la ripetizione del dosaggio anche successivamente;
  – il gruppo sanguigno AB0 ed Rh;
 –  il test di Coombs indiretto ( cioè gli anticorpi anti eritrociti);
 –  la glicemia;
 –  gli indici di funzionalità epatica, ovvero le transaminasi;
3. L’esame urine ( l’urinocoltura rientra solo per presenza significativa di batteriuria).
Tra la 14-esima e la 18-esima settimana:
a.  L’esame urine.
Tra la 19-esima e la 23-esima settimana:
a.  Un’ecografia ostetrica;
b.  L’esame urine.
Tra la 24-esima e la 27-esima settimana:
a.  La glicemia;
b.  L’esame urine.
Tra la 28-esima e la 32-esima settimana:
a.  Un’ecografia ostetrica;
b.  L’emocromo;
c.  L’esame urine.
Tra la 33-esima e la 37-esima settimana:
a. Prelievi ematici per valutare:
 – l’emocromo ( è fondamentale verificare che non sussista uno stato anemico);
 – la presenza dello stato anticorpale per HIV, HCV e HBV;
b. L’esame urine.
Tra la 38- esima e la 40-esima settimana:
a.  L’esame urine.
Dalla 41- esima settimana:
a.  L’ecografia ostetrica;
b. La cardiotocografia ( i cosiddetti “monitoraggi”).
Come si fa ad avere questi esami in esenzione? Ogni regione, ogni Azienda Sanitaria ha le sue norme…
Qui nel distretto di Udine, Azienda Sanitaria 4 “Friuli Centrale”, ci si può rivolgere anzitutto al curante, che indicherà il dosaggio ematico delle beta-hcg e prescriverà una visita ostetrica da effettuare in una struttura pubblica; sarà pertanto il ginecologo ( si specifica di una struttura pubblica) che verificherà e certificherà lo stato di gravidanza, rilasciando un certificato attestante la data di inizio  della stessa e la data presunta del parto, e con questo certificato la futura mamma si recherà agli sportelli dell’anagrafe del distretto, per inserire sul proprio tesserino sanitario (quello cartaceo, per intenderci) la suddetta esenzione M99, che verrà poi registrata dal proprio curante nella cartella della paziente; ci si potrà rivolgere così di volta in volta per la prescrizione al proprio curante con le richieste dello specialista ginecologo curante, passaggio non necessario nel caso si venga seguite in una struttura pubblica, in quanto generalmente vengono prescritti direttamente dallo specialista su ricetta del SSN con l’apposizione dell’esenzione corrispondente alla settimana di gravidanza!
Vorrei precisare comunque che i suddetti esami non sono gli unici che in genere vengono prescritti dagli specialisti, ma che ce ne sono tanti altri che possono aiutare a tenere sotto controllo lo stato di salute della mamma e dell’embrione, ma che tuttavia sono interamente a carico della paziente, salvo eventuali esenzioni da reddito o patologie pre-esistenti, indipendentemente dalla condizione dello stato di gravidanza!
Diverso è il caso delle gravidanze a rischio, che per diversi motivi presentano un rischio di aborto superiore e necessitano di controlli ulteriori: in tal caso sarà sempre il ginecologo di una struttura pubblica a certificarne il rischio, rilasciando alla futura mamma un certificato di “gravidanza a rischio” da consegnare agli sportelli della sovra citata  anagrafe sanitaria, dove si provvederà ad apporre sul proprio tesserino la cosiddetta esenzione M50, che darà diritto alla gratuità delle altre prestazioni necessarie al monitoraggio dell’evoluzione della gravidanza stessa.
Auguro alle future mamme anzitutto la serenità  per vivere il percorso magico ( e impegnativo!) della gravidanza, ricordando che esistono le strutture alle quali ci si può rivolgere per farsi seguire con attenzione, dai consultori pubblici agli ospedali, oltre che naturalmente al proprio curante che conoscendo già personalmente la paziente, può aiutare ad orientarsi alla struttura più adatta e a risolvere eventuali dubbi sul percorso da affrontare.
(Medico di Famiglia e bis-mamma)
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