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Il dovere, che fatica! Ricomincia la scuola, alcuni consigli per sostenere i nostri bambini

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Mi sono soffermata, in questi giorni, su di un articolo web di Liz Evans dal titolo “25 modi di chiedere a tuo figlio come è andata oggi a scuola senza chiedergli come è andata oggi a scuola!”.
Riporto integralmente i 25 modi perché li ho trovati interessanti:

  1. Qual è la cosa migliore che è successa oggi a scuola? (Qual è la cosa peggiore che è successa a scuola oggi?).
  2. Raccontami qualcosa che ti ha fatto ridere oggi.
  3. Vicino a chi ti vorresti sedere in classe? (E vicino a chi NON ti vorresti sedere? Perché?)
  4. Qual è la zona più bella della scuola?
  5. Dimmi una frase buffa che hai sentito oggi. (O qualcosa di buffo che qualcuno ha detto)
  6. Se chiamassi la tua maestra oggi, cosa mi direbbe di te?
  7. In che modo hai aiutato qualcuno oggi?
  8. In che modo sei stato aiutato oggi?
  9. Dimmi una cosa che hai imparato oggi.
  10. Quando è che sei stato più felice oggi?
  11. Quando ti sei annoiato oggi?
  12. Se arrivasse in classe una navicella aliena e dovesse portare via qualcuno, chi vorresti che rapisse?
  13. Con chi vorresti giocare all’intervallo con cui non hai mai giocato prima?
  14. Raccontami qualcosa di positivo che ti è capitato oggi.
  15. Quale parola ha ricevuto più spesso la tua maestra oggi?
  16. Cosa credi che dovresti fare/imparare di più a scuola?
  17. Cosa credi che dovresti fare/imparare meno a scuola?
  18. Con chi credi dovresti essere più gentile in classe?
  19. Dove giochi più spesso a ricreazione?
  20. Qual è la persona più divertente della tua classe? Perché?
  21. Cosa hai preferito mangiare a pranzo?
  22. Cosa faresti se fossi tu l’insegnante?
  23. C’è qualcuno nella tua classe che ha bisogno di una pausa?
  24. Se potessi fare a cambio con il posto di qualcuno in classe quale sceglieresti? Perché?
  25. Raccontami di tre volte in cui hai usato la matita oggi.

Ritengo che con i suddetti modi, portati ad esempio, si tocchi un tasto utilissimo nella comunicazione educativa: i genitori rivolgono, per primi, lo sguardo a ciò che di buono è capitato in una giornata al proprio figlio, focalizzando la luce e non solo l’ombra di un percorso.
Siamo agli inizi della scuola, e chi inizia sono non solo i bimbi, gli insegnanti ma anche un sistema famiglia che cambia abitudini, ridefinisce contesti, si rimette in cammino nel quotidiano e in ciò che “si deve fare anche se a volte non piace”, con impegno e costanza rinnovati.
I successi, i problemi che possono sorgere e la capacità di rimediare agli insuccessi scolastici costituiscono dei mattoncini fondamentali nella costruzione dell’identità del bambino. Per questo è importante che tutto ciò che riguarda la scuola diventi una risorsa e non un problema.

Così capita nell’anno che l’ansia dei genitori divenga l’ansia dei più piccoli; oppure, la gioia e l’entusiasmo dei più grandi siano energia per i bambini.
La locomotiva del “treno famiglia” è la coppia genitoriale.
Ritengo che la presenza del padre in questi inizi scolastici e nell’iter scolastico stesso, (se è presente) sia molto importante. Nel simbolico dei bambini il papà rappresenta la fiducia nel mondo esterno, lo sguardo fuori da sé e la voglia di mettersi in gioco nel nuovo che arriva, con forza e determinazione.
Il padre è colui che, molte volte, negli inserimenti faticosi al primo anno della scuola di infanzia, può fare la differenza e alleggerire un distacco madre/ bambino a volte difficilissimi.

La madre, invece, dona la dolcezza di una accoglienza che sa ascoltare; di un gesto che sa rendere leggero ciò che sembra pesantissimo, che va da un brutto voto, alla lite con il compagno di banco; è capace di un abbraccio senza parole che scalda quando c’ è scoraggiamento e sfiducia; etc.
È preziosa una madre che non solo “fa” ma “è”: è serena, è felice, è accogliente, è affettiva, è anche triste, arrabbiata, giocosa e si concede di esser, ogni giorno, molti colori.
Utile anche la capacità di “osservazione” di ogni genitore che impara a guardare il proprio figlio che rincasa, ne intravede le malinconie, i cambi di umore, la rabbia, gli stati d’animo.
Se l’adulto impara a vedere nel comportamento di un figlio, può aiutare il più piccolo a portare in luce difficoltà interiori che, se affrontate di volta in volta, possono risolversi con facilità.

Per poterlo fare l’adulo si deve “fermare” almeno alcuni momenti preziosi nella giornata.
Un fermarsi interiore prima che esteriore.
Noi genitori non possiamo delegare alla scuola funzioni che restano nostre. Possiamo solo assumercene la responsabilità e lasciare alla scuola le proprie.

È buona cosa che il “lavoro scuola” venga visto non solo negli aspetti più problematici del “dovere” delle regole, dei compiti, dei limiti ecc., ma anche in quelli delle infinite risorse e potenzialità… Non c’è un dovere che non contenga in sé un piacere e viceversa!

A questo punto, dedico una filastrocca (dal mio ebook “Fillastrocche Pollicine”, edizione Edida) ai più piccoli nel nuovo viaggio di crescita e alle loro mamme perché con amore possano lasciare andare la fatica di ogni utile distacco.

Ciao Mamma
Cara mamma, disse la coccinella
è suonata la campanella.
Ti devo lasciare a malincuore
ma del tuo profumo porto l’odore,
che mi accompagnerà tutta la giornata
mi divertirò con questa allegra brigata!
Sai mamma, quando ti vedo andare
mi viene voglia di urlare
di gridare forte, forte,
perché mi aprano tutte le porte
per poterti riabbracciare
e farmi nuovamente coccolare!
Ma se guardo nel taschino
trovo un cioccolatino
che mi hai lasciato stamattina
mentre vestivi la mia sorellina…
Divento felice e sai perché?
Perché mi sento un po’ con te.
Le mie amiche coccinelle soffrono come me
perché non hanno la mamma a scuola con sé.
Alla fine però ci mettiamo a giocare
e il divertimento ci fa rincuorare.
È bello passare una giornata serena
in una stanza di giochi piena!

a cura della dott. Rosa Rita Formica
Pedagogista
(www.formicarosarita.it)

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