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Ora l’Isee guarda la giacenza media

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iseeLe novità introdotte dal gennaio 2015 per il calcolo dell’Isee, il coefficiente ormai largamente utilizzato per l’accesso a tutta una serie di servizi e contributi pubblici, toccano anche i conti correnti bancari e postali. Fino a oggi, infatti, tra i parametri utilizzati per pesare la ricchezza delle famiglie, c’era il saldo del conto corrente a fine anno. Sulla carta, poteva essere un indicatore dei risparmi e, quindi, del tenore di vita. Nei fatti, invece, bastava prelevare tutti i depositi per risultare più povero e, così, poter fruire di agevolazioni economiche e sociali.

Accordo con le banche
Con la riforma si è deciso di modificare i parametri del riccometro: al saldo del conto corrente a fine anno si aggiunge, adesso, il dato sulla giacenza media. Un parametro molto più indicativo della effettiva disponibilità economica delle famiglie. Ma si tratta di un dato difficile da calcolare. Il contribuente, però, potrà richiedere direttamente allo sportello della banca o dell’ufficio postale  l’importo della giacenza media annua sul suo conto. Questo, grazie a un accordo fra Associazione bancaria italiana (Abi), Poste Italiane e Ministero del Lavoro.
Comunque, per risalire alla giacenza media di un conto, è necessario calcolare le giacenze giornaliere per ogni giorno dell’anno; moltiplicare le singole giacenze giornaliere per tutti i giorni in cui sono rimaste costanti; sommare gli importi ottenuti; dividere il risultato per 365.
Se il saldo a fine anno sarà maggiore della giacenza media, l’Isee sarà calcolato sul saldo; si utilizzerà, invece, la giacenza media se questa avrà superato il saldo di fine anno. È previsto, però, un caso particolare: se la giacenza supera il saldo, ma nell’anno precedente è stato acquistato un immobile o altre componenti del patrimonio mobiliare, come ad esempio i titoli di Stato, sarà possibile calcolare l’Isee sul saldo.
La giacenza media è un dato che il cittadino dovrà dare in autodichiarazione. Il problema, comunque, si pone solo per il 2015, perché dall’anno seguente, anche in materia di patrimonio mobiliare quindi conto corrente ma anche azioni, risparmi, investimenti, quote societarie, l’Inps chiederà i dati direttamente all’Anagrafe Tributaria. Nel 2015, invece, l’istituto di previdenza per calcolare l’Isee si baserà sulla autodichiarazione del contribuente.

Autocertificazione addio, contano le banche dati

Con il nuovo sistema solo una parte dei dati utili per il calcolo dell’Isee sarà autocertificata. D’ora in poi i dati fiscali più importanti, come il reddito complessivo, e i dati relativi alle prestazioni ricevute dall’Inps saranno compilati direttamente dall’amministrazione pubblica, tramite interrogazioni degli archivi propri e di quelli dell’Agenzia delle Entrate. Ciò semplifica i compiti dei cittadini e riduce le sottodichiarazioni.

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