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La mediazione familiare: la ricerca dell’equilibrio

La mediazione familiare è un processo di gestione e trasformazione del conflitto coniugale che nelle situazioni di separazione e divorzio coinvolge spesso i figli.
Anche se la parola mediazione lascerebbe intendere l’idea che il suo fine possa essere la riconciliazione dei coniugi e la ripresa della vita coniugale, essa si sviluppa su un altro piano e ha un fine completamente diverso. Le ragioni di un eventuale rappacificazione, di una nuova stagione della vita familiare, del superamento di una grave crisi nel rapporto di coppia, infatti, vengono tratte all’interno di un percorso di terapia della famiglia e non di mediazione. La mediazione invece ha come obiettivo la protezione dei figli nella separazione e la tutela del loro diritto alla bigenitorialità, ossia ad avere rapporti stabili e significativi con entrambe i genitori. A questo traguardo si può giungere attraverso un percorso che favorisca nella coppia in separazione la presa di coscienza del compito che essi hanno, indipendentemente dalle ragioni per le quali si separano, di preservare il legame di genitorialità cui i figli hanno diritto e che rappresenta il loro bene essenziale. La mediazione ha perciò un fine preciso, giungere ad un accordo condiviso tra le parti scritto e sottoscritto, che preveda tutte le pratiche regole del comportamento e della organizzazione della vita familiare a seguito della separazione e possa essere utilizzato dai legali per tradurlo in accordo di separazione da proporre secondo le procedure previste al giudice per l’omologa della separazione stessa.
Inizia dunque dalla decisione di separarsi e si conclude in un tempo definito, che può variare a seconda della complessità della causa, ma non può essere neppure infinito o stiracchiato. Ha un carattere pratico, e viene condotto da una persona adeguatamente preparata non solo ad usare tecniche appropriate, ma soprattutto a favorire nei genitori la loro presa di coscienza  e la loro competenza genitoriale. Non tutti possono fare la mediazione familiare: il mediatore familiare, anche se oggi non esiste un albo professionale, è una figura ben definita, soprattutto a livello europeo dove è una professione esercitata in modo ben più sviluppato che in Italia.
Esistono però delle linee guida e dei requisiti minimi di formazione e aggiornamento professionale che le più significative associazioni professionali del settore utilizzano come proprio codice etico e come base di lavoro e formazione.
L’Istituto per i Diritti e l’Educazione (IDeE) ha scelto di operare secondo gli indirizzi dell’AIMS (Associazione Internazionale dei Mediatori Sistemici) e propone sia servizi di mediazione familiare, eventi formativi e training per operatori.
Che fare? È molto semplice prendere contatto con IDeE, lo si può fare attraverso il telefono o via mail, si può fissare un appuntamento, un primo colloquio in cui vengono delineate le possibilità di intervento per quella famiglia, a seconda delle specificità e delle problematiche illustrate si può delineare un percorso di mediazione, oppure quello
di una terapia familiare. Verrà fissato un calendario, che nella mediazione come si è detto ha un suo compimento nell’accordo da presentare ai legali. Se c’è la necessità ben volentieri possiamo incontrare anche i legali delle parti per favorire al meglio la comprensione del percorso e i ruoli che ognuno deve poter giocare in questo delicato passaggio.

A cura del dott. Francesco Milanese

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