Un picnic mozzafiato è la nuova App salva-vita pensata per i bambini ma utile anche ai grandi. Una fiaba multimediale per insegnare il primo soccorso.
Dovevo avere 4 anni, quando una caramella mi si è incastrata in gola.
Per fortuna vicino a me c’era chi sapeva cosa fare e con qualche pacca ben assestata sulla schiena la caramella è volata fuori e io oggi sono qui a raccontarvelo.
Come tutti voi, poi, diventata genitore, ho seguito il mio bel corso sulla disostruzione pediatrica, sperando però di non dover mai praticare su nessuno quelle manovre.
Perché in fondo, ammettiamolo, a passare dalla teoria alla pratica avremmo tutti una fifa blu.
Tipico errore da grandi, ho scoperto.
Perché bambini e ragazzi, informati sui rischi di soffocamento e di arresto cardiaco, hanno molte meno remore di noi ad intervenire.
A partire dai 6 anni possono chiamare il 118, ma anche fare un massaggio cardiaco e da adolescenti hanno tutta la forza necessaria per poter far sputare quella maledetta caramella o anche fare un massaggio davvero efficace ad un adulto (le statistiche ospedaliere parlano chiaro: sono molti i ragazzi che hanno salvato la vita a genitori 40/50 anni colpiti da arresto cardiaco).
Vi sembra incredibile? Anche a me, fino a che non li ho visti in azione, i bambini.
Erano davvero piccoli, ma sapevano perfettamente cosa fare, perché a spiegarglielo c’era un cartone animato, anzi un’App salva-vita.
Si chiama “Un picnic mozzafiato” ed è una fiaba multimediale pensata per bambini da 6 a 10 anni (ma anche per genitori che hanno bisogno di rinfrescarsi la memoria) che spiega cosa fare in caso di ostruzione delle vie aeree o di arresto cardiaco.
E’ gratuita e si scarica da Apple Store o da Google Play. E poi esiste anche in versione libro di carta.
Pensata per il progetto “Kids save lives” (I bambini salvano vite), sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è utilissima per far capire ai bambini come si fa il primo soccorso.
L’avete scaricata? Fatelo subito!
Ma cos’è esattamente un arresto cardiaco?
Vi racconto come l’hanno spiegato a me i volontari di IRC e come poi io l’ho spiegato a Cos.
E’ molto meno difficile di quel che pensiamo e loro, i nostri figli, per piccoli che siano, lo capiscono molto più facilmente di quel che crediamo.
Se una persona si muove barcollando, dice di avere un dolore e poi si affloscia come si vede nei film, probabilmente ha un infarto.
Se invece cade per terra all’improvviso, come una pera cotta e se la chiami non risponde, quello è un arresto cardiaco.
Vuol dire che il cuore ha fatto stop. Come quando si spegne la luce. Come quando c’è il black out e non arriva più corrente.
Le cellule del cuore impazziscono e invece di fare Pum Pum tutte insieme si mettono a correre in tutte le direzioni.
Che si fa per rimettere ordine e far ripartire il cuore?
Si chiama subitissimo il 118 (o, se vivi in Lombardia, anche il 112) e l’ambulanza arriva in 5 minuti.
Si lascia il telefono in viva voce accanto a noi, così abbiamo le mani libere e mentre si aspetta che arrivi l’ambulanza ci sono tre cose da fare:
1. GAS: significa Guarda (la persona è vigile o incosciente?) Ascolta (emette suoni o respiro?)
Senti (avvicina il viso alla sua bocca per vedere se esce fiato). Si danno tutte le informazioni al 118.
2. Fai un massaggio cardiopolmonare come hai visto nella App
3. Cerca un defibrillatore e attendi che il 118 ti dia l’ok per utilizzarlo. Lui ti guida passo passo.
Anche se non sei un sanitario puoi riuscire ad usarlo e il 118, dall’altra parte del telefono, si prende tutte le responsabilità. Però per usarlo devi essere maggiorenne, quindi se non lo sei chiama qualcuno ad aiutarti.
E se invece siamo noi a dover liberare i nostri bambini da una caramella (o infiniti altri oggetti; i bambini in questo sono dei maghi)?
Come si riconosce se c’è davvero ostruzione delle vie aeree?
Tossisce ha la voce roca? Chiama comunque il 118 e intanto incoraggialo a tossire perché quello è il modo naturale per espellere il corpo estraneo.
Sbarra gli occhi, si porta le mani alla gola e annaspa? Il rischio è alto! Chiama il 118 e intanto pratica le manovre che consiglia anche l’App.
Appoggia il bambino a pancia in giù sul tuo ginocchio e pratica 5 pacche intrascapolari, poi voltalo a pancia in su e fai e 5 pressioni con indice e medio nello spazio molle tra l’ombelico e la fine della gabbia toracica (sul torace se il bambino ha meno di un anno) e continua fino che non arrivano i supporti.
Se il bambino è più grande tienilo in piedi piegato su un tuo braccio mentre con l’altro dai le 5 pacche intrascapolari e poi in piedi, afferrandolo da dietro passando sotto le ascelle, fai 5 pressioni vigorose con l’avambraccio.
Fatelo come un gioco, ma spiegate ai vostri figli l’importanza di quello che state facendo.
Ad un arresto cardiaco si sopravvive 10 minuti; ogni minuto che passa si perde il 10% di possibilità di essere salvati.
Le ambulanze arrivano tra 5 e 8 minuti ma noi, intanto, dobbiamo sapere che fare, perché spesso non è un medico a salvare chi sta male, ma qualcuno che passa di lì.
Qualcuno come noi. Qualcuno che sa che fare qualcosa è di gran lunga meglio che non fare niente.
E che sa anche che è praticamente impossibile sbagliare un massaggio cardiaco. Perché la sola cosa da non fare mai in questo caso è infilare le dita in bocca.
Qualcuno che mentre fa il massaggio cardiaco manda altri a cercare un defibrillatore, che non è difficile da usare, perché nella scatola che lo contiene tutto è spiegato passo dopo passo e la macchina, appena analizzato il rischio, ti dice se continuare con il massaggio o usare il defibrillatore.
Purtroppo oggi solo il 15% di noi interviene. Per paura.
E l’arresto cardiaco continua ad essere la terza causa di morte in Italia.