Nel silenzio più totale è ripresa il 13 maggio in Commissione Giustizia del Senato il dibattito sulla regolamentazione delle unioni di fatto partendo dal testo base, predisposto dalla relatrice, Cirinnà.
«La cosa più grave è che in questo testo si equipara giuridicamente la convivenza, etero o omo che sia, alla famiglia fondata sul matrimonio» commenta Francesco Belletti, presidente del Forum. «Si tradisce così la Costituzione che distingue il matrimonio tra uomo e donna dalle altre forme di unione affettiva. Perfino in materia di successione e di reversibilità della pensione non ci saranno più differenze. È evidente che lo scopo principale è quello di destrutturare l’istituto del matrimonio.
«Ma le perle di questa proposta non finiscono mai: si potrà addirittura stipulare un patto di convivenza appena dopo la separazione tra i coniugi, molto prima del divorzio; bastera un patto di convivenza per ottenere la residenza per un straniero; si potrà adottare il figlio del convivente e varrà la regola della presunzione di concepimento, anche tra persone dello stesso sesso; viene introdotto l’obbligo di versare gli alimenti al convivente.
«Un testo espressamente anti-famiglia che va ben oltre l’intervento sul riconoscimento di alcuni diritti individuali ai componenti delle convivenze e che in questo procedere a mo’ di bulldozer trascura la tutela dei più piccoli e deboli» conclude Belletti.