Trieste dice addio allo spreco alimentare. Nel capoluogo giuliano nasce “Trieste Recupera”, una nuova onlus costituita allo scopo di recuperare i prodotti alimentari di negozi e supermercati invenduti o di prossima scadenza. Con questa operazione, il cibo ancora perfettamente sano e consumabile non sarà più destinato allo smaltimento dei rifiuti ma, anzi, verrà redistribuito in tempo utile agli enti caritatevoli della città che si occupano di assistere persone indigenti e bisognose di aiuto. La distribuzione avverrà con corrette modalità di trasporto e conservazione che garantiscono sicurezza igienica e alimentare a chi poi consumerà le eccedenze, recuperate anche da fabbriche alimentari e mense.
Il progetto ha preso ufficialmente il via oggi alle 14.30, quando dieci “putize” sono state simbolicamente consegnate alla Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin, che accoglie a Trieste i bambini incurabili nei loro paesi di origine. La consegna alla Fondazione dei tipici dolci triestini nella casa di accoglienza di via Valussi segna dunque l’inizio dell’attività della nuova onlus.
«Uno dei maggiori problemi di questi tempi è la differente disponibilità di cibo fra chi ha troppo e chi non ha niente: per questo la nascita di una onlus come Trieste Recupera va vista come un segno di grande apertura e un messaggio di speranza nel futuro», commenta la presidente della Fondazione, Daniela Luchetta. Un primo gesto simbolico che vorrebbe coinvolgere a breve anche gli altri enti caritatevoli del territorio, quali, ad esempio, la Caritas, le comunità di San Martino al Campo e di Sant’Egidio, l’associazione San Vincenzo, la mensa dei frati di Montuzza e il Consorzio italiano di solidarietà (ICS).
«Sempre più forti sono le esigenze di poter disporre di cibo per le tavole di chi è disagiato – commenta Luisi -. Solo nel nostro Paese sono 6 milioni le persone bisognose di assistenza, di cui 250mila bambini. Nella nostra città ci sono circa 2mila persone che necessitano di solidarietà e questo numero potrebbe purtroppo essere destinato a crescere. Fondamentale è, dunque, restituire valore al cibo. Anche per aiutare la nostra città, il nostro prossimo, e noi stessi».
Fonte http://www.triesteallnews.it/